La donna di Prato è stata condannata a sei anni e sei mesi per violenza sessuale su minore. Due anni fa ha partorito il figlio. E spiega: “Ora posso dedicarmi a mio marito e ai miei figli”.
Si è concluso in giornata uno dei casi più assurdi di violenza nei confronti di un minore. A perpetrarlo sarebbe stata una docente, che era solita impartire lezioni private ai suoi allievi. Uno di questi, di appena 14 anni, subì violenza sessuale e durante una delle “performance” i due ebbero un figlio. Il bambino è nato due anni fa e la prof lo ha partorito regolarmente, ma da lì iniziò una querelle giudiziaria che si è risolta oggi. Il giudice per le indagini preliminari di Prato, Daniela Migliorati, ha condannato la donna per violenza sessuale su minore.
La docente dovrà scontare una pena di sei anni e sei mesi, ma la condanna sembra essere l’ultimo dei suoi problemi. Come si legge su Adnkronos, infatti, il primo pensiero della donna che ha avuto un figlio con uno dei suoi studenti, va alla famiglia. “In questo lungo anno ho avuto solo un desiderio. Dedicarmi a mio marito e ai miei due figli, cosa che ora posso fare con più distacco e tranquillità”. Una condanna che sembra addirittura rasserenare l’imputata. Anche se bisogna dire che, come hanno ribadito anche i legali della professoressa, lo stress legato agli interrogatori e ai processi non è stato indifferente.
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L’avvocato Massimo Nistri, uno dei due legali della docente condannata, ha voluto battere proprio sul tasto dello stress psicologico. “Senza i continui rinvii, senza essere continuamente ascoltata, lontana da una continua rivisitazione dei fatti che non rende sereno il clima familiare, la nostra assistita è finalmente tranquilla”, ha dichiarato. Nistri, insieme a Mattia Alfano, ha seguito la donna per tutto l’iter processuale. durante il quale il compito suo e del collega era quello di “reagire e portar fuori dalle vicende processuali la velata accusa di pedofilia, la reiterazione e il sospetto adescamento di altri minori”.
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Nonostante la condanna per aver fatto un figlio con un suo allievo, i legali sono soddisfatti “per aver ricondotto sul giusto alveo tutta la vicenda”. L’altro obiettivo che è stato raggiunto da Nistri e Alfano è quello di “non avere una persona che patisce provvedimenti basati su accuse poi risultate prive di fondamento”. Dopo l’ultima sentenza, infatti, sono stati revocati gli arresti domiciliari e la docente è in attesa del passaggio in giudicato. Non è dunque prevista la custodia cautelare. E Nistri parla di vicenda fattuale molto complessa: “Partivamo da una situazione in cui la realtà processuale era diversa dalla realtà fattuale venuta fuori, ora aspettiamo le motivazioni”.
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