In cassa integrazione da tre mesi, ma ancora non ha ricevuto nemmeno un euro. La testimonianza di Massimo, che racconta una storia purtroppo comune a tanti lavoratori italiani.
“Sono Massimo, vengo da Napoli e lavoro a Roma da diciotto anni. Sono tre mesi che non percepisco un euro dalla cassa integrazione e non so più come fare”. Si presenta così Massimo, dipendente di RossoPomodoro, nota catena di ristoranti e pizzerie, che abbiamo intervistato di fronte al suo posto di lavoro, un ristorante nel quartiere Prati a Roma. In cassa integrazione dal momento del lockdown, e quindi dal 10 marzo, ancora non ha percepito un euro dei circa tremila che avrebbe dovuto ricevere. Marzo, aprile, maggio: tre lunghi mesi senza avere nulla di quanto gli sarebbe dovuto. L’ultimo stipendio incassato risale ai primi di marzo. Poi, il nulla.
Massimo se la sta cavando con i soldi messi da parte, ma è al limite. D’altronde l’azienda per la quale lavora non può riprendere a pagarlo regolarmente: “Sono nei guai anche loro, abbiamo riaperto ma facciamo quindici coperti al giorno” ci spiega proprio Massimo. Era il 28 marzo quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte prometteva di “non voler lasciare nessuno solo”, annunciando la Cassa Integrazione. Massimo, e con lui tanti altri lavoratori, ancora aspetta.
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