Il governatore della Sardegna parla a “Repubblica” del piano per rilanciare la sua terra. “Puntiamo sul turismo interno e sulla nostra accoglienza”, dice Solinas che si schiera dalla parte degli altri governatori.
La Sardegna si prepara ad accogliere il maggior numero di turisti possibili in un’estate sempre più vicina. Christian Solinas, il governatore dell’isola, in un’intervista rilasciata per Repubblica difende il suo schieramento in favore del passaporto sanitario. Una opzione tenuta in considerazione da altri governatori di regione e che Solinas spiega così: “Guardi che di ‘passaporto’ parla anche l’organizzazione mondiale per il turismo, che ha scelto questa formula per le Canarie. E la Corsica ha chiesto a Parigi di poter introdurre lo stesso obbligo. Da noi, nei fatti, è già realtà”.
Tra le altre cose, il governatore della Sardegna spiega che nella sua regione è già possibile arrivare, almeno sul piano logistico. Tanto che il cosiddetto certificato di negatività viene anche adottato da diverse persone che hanno messo piede in Sardegna dall’estero: “Dal 21 maggio abbiamo riaperto ai voli privati – svela Solinas – . E a decine, provenienti da tutto il mondo, si stanno presentando già con il loro certificato di negatività, in base a protocolli con le società di gestione degli aeroporti”.
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La giornata odierna è quella in cui la Sardegna apre gradualmente le porte a tutti. Ma Solinas ci tiene a precisare che esiste un requisito fondamentale per poter approdare sull’isola. Ovvero non risultare positivo ad alcun test: “Già oggi, per norme e protocolli statali, se una persona è positiva non può circolare liberamente in Italia. Noi diciamo la stessa cosa: se uno è infetto non può imbarcarsi per la Sardegna. Cerchiamo fino all’ultimo un’intesa con il governo. Che però, se continuerà a dirci no senza proporre soluzioni valide, dovrà assumersi la responsabilità di un’apertura senza controlli”.
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Anche perchè una terra come la Sardegna, specialmente nelle prossime settimane, non può fare a meno del turismo: “Le spinte verso la riapertura sono forti – ribadisce Solinas – . Alla luce di ciò che è accaduto in altri Paesi che hanno riaperto prima di noi e oggi si ritrovano con i contagi di ritorno, avrei tenuto una cautela maggiore. Ma non facendo una chiusura di intere regioni, piuttosto puntando su uno screening accurato di chi si sposta. Il virus cammina sulle gambe delle persone, indipendentemente da dove provengono. Se uno è negativo al virus, può essere di qualsiasi regione: e noi, i negativi, li accogliamo a braccia aperte”.
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Solinas, tra l’altro, si ritrova a smentire le voci su una presunta contrarietà ad accogliere persone provenienti dalla Lombardia. E ribadisce il legame con la regione lombarda: “Con quella regione abbiamo un rapporto storico. Ecco perché non ho capito la polemica del sindaco Sala, costruita a tavolino. Mai pensato di chiudere i confini ai milanesi. Anzi, venga pure lui in Sardegna, lo invito per un aperitivo. Basta che porti il certificato. Il passaporto lo chiederei a chiunque – ribadisce il governatore – anche a Salvini. Il tema della sicurezza sanitaria esiste al di là dei colori politici. Condivido la cautela di De Luca e di Rossi, come quella di Musumeci”.
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Infine, con il governatore sardo si affronta il tema dell’inevitabile calo della richiesta sul piano dell’economia turistica. Un settore che rischia di restare in ginocchio, nonostante la graduale riapertura e il lento ritorno alla normalità. “Inevitabile che ci sarà una contrazione della domanda turistica. Molti hanno paura, moltissimi hanno subito perdite economiche tali da rinunciare alle vacanze. E poi diversi Paesi sono ancora chiusi per colpa dell’epidemia. Ecco perché puntiamo sul turismo interno. Siamo un popolo ospitale. Questa emergenza ci fa coniugare ospitalità e sicurezza. Dica pure che ne abbiamo fatto un brand – conclude Solinas – . Ma sono certo che sarà vincente”.
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