Un poliziotto preposto alla sicurezza degli edifici federali è rimasto ucciso da colpi esplosi durante le proteste per l’omicidio di George Floyd. Le manifestazioni, che hanno creato momenti di grossa tensione, sono state organizzate la notte scorsa ad Oakland
L’ondata di proteste che ha coinvolto oltre 7500 persone in seguito all’omicidio di George Floyd ha causato la morte di un poliziotto preposto alla sicurezza degli edifici federali. L’agente è rimasto ucciso da colpi esplosi durante le manifestazioni organizzate la notte scorsa ad Oakland. A renderlo noto è stata la polizia della città californiana, precisando che un secondo agente dei Federal Protective Service è rimasto ferito, secondo quanto riporta la Cnn. Non si conoscono ancora le sue condizioni.
I due erano di servizio di fronte l’edificio federale nel centro di Oakland quando “sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco. Purtroppo uno di loro è morto a causa della ferite riportate”, ha dichiarato la polizia locale. Migliaia di persone hanno partecipato alle proteste la notte scorsa, durante le quali, rende noto ancora la polizia, ci sono stati atti di vandalismo, furti in negozi, incendi ed aggressioni ai poliziotti. Sono stati eseguiti degli arresti e gli attimi di tensione non sono mancati. Uno scenario molto simile a quanto avvenuto a Minneapolis poche ore fa. Lanci di sassi e di bottiglie contro la polizia; gas lacrimogeni contro i dimostranti e un presunto saccheggiatore ucciso a colpi d’arma davanti a un banco dei pegni dal proprietario del negozio.
Nel frattempo sono stati diffusi i risultati dell’autopsia sul corpo di George Floyd. E l’esito sta già facendo discutere. Secondo il medico legale che l’ha eseguita, il 46enne, rimasto per oltre sette interminabili minuti sotto il peso del poliziotto Derek Chauvin, che l’aveva immobilizzato salendogli sulla gola con le ginocchia, non è morto né per asfissia né per strangolamento. Stando alla perizia effettuata non ci sarebbero elementi che possano supportare una diagnosi di soffocamento o asfissia traumatica.
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Il patologo parla, infatti, di “effetti combinati dell’essere bloccato dagli agenti e di patologie pregresse”. Secondo il referto infatti pare che la vittima soffrisse di ipertensione arteriosa e problemi coronarici. Oltre a ciò sarebbe stata trovata una potenziale sostanza tossica nel corpo di Floyd. I familiari della vittima tuttavia hanno già rispedito al mittente la versione della prima autopsia. Ne chiedono un’altra, per stabilire le reali cause del decesso. “La famiglia non si fida di nulla che arriva dal dipartimento di polizia di Minneapolis – ha detto l’avvocato Ben Crump -. La verità l’abbiamo già vista ed è sotto gli occhi di tutti. Procederemo con una richiesta di seconda autopsia che faccia luce su quanto avvenuto”.
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