Il ministro dell’interno ha fatto capire che era un obbligo fare qualcosa in ottica migranti. “Poi si vedrà in Parlamento se ci saranno proposte di allargare la platea di chi potrà accedervi”.
Luciana Lamorgese si schiera in favore della regolarizzazione dei migranti che lavorano nel mondo dell’agricoltura. Il ministro dell’interno ha espresso il proprio parere, intervento durante la trasmissione “Zapping”, in onda su Rai Uno. Secondo la guardasigilli, infatti, erano tanti anni che si attendevano novità su questo fronte. Anche perchè, al di là della situazione dei migranti che lavorano nei campi in condizioni disagevoli, c’è da considerare il lavoro in nero che ha preso il largo in questi anni. Per questo motivo, stando alle parole della Lamorgese, era necessario compiere dei passi in avanti.
“Non si faceva una regolarizzazione da otto anni – dichiara la Lamorgese – ed arrivare oggi ad un provvedimento con la condivisione di varie forze politiche lo considero un risultato positivo: poi si vedrà in Parlamento se ci saranno proposte di allargare la platea di chi potrà accedervi”. Nel frattempo si lavorerà per rendere operativo il provvedimento per la regolarizzazione dei migranti. Da lunedì partiranno tutte le pratiche, con le domande che potranno essere presentate fino al 15 luglio scorso. Non sarà necessario affrettarsi ma solo rispettare la scadenza, visto che l’accettazione della domanda non avrà come requisito la data di invio della domanda.
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Le modalità della presentazione della domanda per regolarizzare i migranti che lavorano nei campi hanno iter ben precisi da seguire. Tanto da essere spiegate in un decreto dei ministri di Interno, Economia, Politiche agricole e Lavoro. Presto questo decreto verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale e riguarderà diversi settori della produttività in Italia. Tra questi spiccano Agricoltura, allevamento, zootecnia, pesca e lavoro domestico. E poi verrà spiegata nel dettaglio anche la maniera in cui avverrà l’emersione che deriverà dall’accettazione di queste domande entro metà luglio.
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Da una parte i datori di lavoro possono presentare l’istanza per regolarizzare i lavoratori italiani o stranieri, dietro pagamento forfettario di 400 euro. D’altro canto si lavorerà per regolarizzare i migranti che hanno visto scadere il permesso di soggiorno entro il 31 ottobre 2019: in tal caso, pagando 160 euro, potranno richiedere un permesso temporaneo di sei mesi. Nel primo caso, i lavoratori italiani o stranieri devono essere stati fotosegnalati prima dell’8 marzo e non devono aver lasciato il Paese. Saranno rigettate le domande dei datori di lavoro accusati in passato di favoreggiamento dell’immigrazione o di riduzione in schiavitù.