Sarebbero emerse responsabilità delle patologie pregresse e del consumo di sostanze intossicanti. George Floyd è morto dopo che un poliziotto gli ha tenuto il collo premuto sotto il ginocchio per 9 minuti.
Arriva un colpo di scena – che poteva essere messo in conto – in merito alla morte di George Floyd. Il ragazzo americano di colore è morto dopo che un agente di polizia di Minneapolis lo ha tenuto forzatamente sdraiato sull’asfalto, con un ginocchio a comprimergli il collo per nove minuti. La causa principale della morte di George Floyd, considerando che un video inchioda il poliziotto, sarebbe sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, l’autopsia condotta poche ore dopo la morte sul corpo di George, lascia intendere che quanto si vede nelle immagini non ha nulla a che vedere con le cause della morte stessa.
“Non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento”, si legge infatti nel rapporto steso dopo l’esecuzione dell’autopsia. Dunque, stando a quanto è emerso, non sarebbe stato Derek Chauvin, con la sua condotta che ha fatto il giro del mondo, a causare la morte di George Floyd. E questo stona (e non poco) con la procedura di arresto eseguita ai danni proprio dell’agente di polizia di Minneapolis. Il referto medico, dunque, smentisce il fatto che Floyd sarebbe rimasto ucciso a causa della pressione esercitata dal ginocchio del poliziotto sul suo collo.
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Nel referto si legge che “gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte”. George Floyd soffriva di coronaropatia e di ipertensione. E l’esito dell’autopsia sul suo corpo non poteva far altro che generare polemiche. Anche perchè Derek Chauvin era già noto nell’ambiente per altri comportamenti discutibili. Tanto che si parla di un suo coinvolgimento in una sparatoria sempre a Minneapolis, oltre che di ben 17 lamentele in circa 20 anni di servizio.
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La famiglia di George Floyd, una volta preso atto dell’esito dell’autopsia, ha deciso di passare a un inevitabile contrattacco. Così, i genitori del ragazzo afroamericano hanno richiesto di ricorrere a un’autopsia indipendente. Quella eseguita dai medici legali della contea di Heppepin, infatti, non convince fino in fondo, soprattutto a causa delle immagini che girano ormai da giorni. L’avvocato di George Floyd e della sua famiglia, senza mezzi termini, ha ammesso che “non c’è fiducia nelle autorità di Minneapolis”. Il caso Floyd, dunque, è destinato ad andare avanti ancora a lungo.
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