Maxi operazione Guardia di Finanza: sequestrato 1 mln di mascherine non sicure

A Roma la Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato 1 milione di mascherine non sicure in un deposito situato nel quartiere Prenestino. Due le denunce effettuate.

mascherine sequestrate
(Foto di Armend Nimani, da Getty Images)

Il sequestro effettuato dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma si porta a casa un “bottino” impressionante: sono oltre un milione le mascherine illecite scovate dagli agenti. Le mascherine, trovate in un deposito situato nel quartiere Prenestino, sono risultate non conformi alla normativa europea e nazionale sulla sicurezza. Così, le Fiamme Gialle del terzo Nucleo Operativo Metropolitano sono passate all’azione, coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina.

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Prima dell’operazione, le indagini si sono concentrate sui movimenti degli operatori economici: gli agenti hanno monitorato i canali di approvvigionamento degli operatori che, di recente, hanno subito sequestri di questo tipo. Questo tipo di indagine ha poi permesso di risalire a una società riconducibile a due cinesi. All’interno del loro magazzino la scoperta: un conteiner con all’interno mascherine chirurgiche provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese. Le mascherine erano nascoste dietro due bancali di vestiti.

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Alcune di queste presentavano, in maniera illecita, il marchio Ce. Altre, invece, erano sprovviste della dovuta autodichiarazione da inviare all’Istituto Superiore di Sanità e all’Inail. Il procedimento è indispensabile per ottenere l’attestazione delle caratteristiche tecniche e il rispetto dei requisiti di sicurezza. La deroga di questo protocollo è stata consentita in via eccezionale dal Governo, per snellire le procedure durante il periodo di crisi dovuto all’emergenza coronavirus. Ma oltre all’introduzione della deroga, sono anche stati intensificati i controlli. E il deposito in zona Prenestina è caduto preda delle indagini. Oltre a un milione di mascherine, è stata anche sequestrata un’auto di grossa cilindrata e circa 10.000 euro in contanti. Ora i due coinvolti nella vicenda saranno chiamati a rispondere di fronte all’Autorità Giudiziaria. I due sono accusati dei reati di frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti contraffatti.

 
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