Il settore turistico italiano è in difficoltà a causa del Covid: con il 97% degli hotel chiusi da marzo, e il 50% di questi in regime d’affitto, Federalberghi propone un’indagine su un tipo di cooperazione in grado di sconfiggere la crisi.
“Per noi il disastro è cominciato già a gennaio, quando sembravamo il Paese untore e i nostri alberghi hanno cominciato ad essere semivuoti. Il settore alberghiero a Roma perde 100 milioni al mese, quindi ne abbiamo già persi oltre 200. Al momento abbiamo il 97% degli alberghi chiusi, nonostante non siano chiusi per legge, ma il mercato non consente di stare aperti”. Queste erano le parole di Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ospite un mese fa del programma ‘L’imprenditore e gli altri’ su Radio Cusano Tv Italia.
Ad oggi, come fa sapere l’ANSA, è stato però redatto uno studio specifico sulla condizione in cui il settore turistico italiano sta versando a causa della pandemia. Perché sebbene sia vero che il Covid -19 è riuscito a mettere in ginocchio questa fetta di economia, per molte strutture la crisi non è in realtà dovuta solo ai mancati ricavi del periodo, quanto anche ai costi di locazione degli immobili e le tasse – che devono essere corrisposte lo stesso, anche in mancanza di lavoro.
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Hotel chiusi, l’indagine di Federalberghi
Federalberghi, insieme a Ernst & Young Hospitality, ha redatto quindi uno studio e un’analisi focalizzati sulla drammatica situazione generatasi a seguito dell’emergenza coronavirus. Si apprende, infatti, che il 97% degli hotel italiani sono chiusi da marzo e il 50% di essi è al momento in regime d’affitto. Proprio in tal senso, allora, lo studio di Federalberghi vuole attivarsi a favore degli lavoratori turistici, per operare una ridefinizione dei rapporti contrattuali tra proprietari e conduttori di immobili.
L’ANSA, che ha avuto modo di visionare in anteprima i documenti, riporta come siano stati evidenziati diversi vantaggi in merito a un approccio improntato alla collaborazione – un approccio, cioè, che possa permettere, “con il parziale sacrificio momentaneo di entrambe le parti, la sopravvivenza dell’azienda alberghiera e il successivo pronto ristoro del proprietario dell’immobile”.
Come non a caso viene spiegato dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, “se si coopera si esce dalla crisi senza eccessivi danni per entrambe le parti, mentre con la rigidità e il contenzioso si perde entrambi”. Per questo, allora, “Federalberghi sta continuando a sollecitare l’attenzione del Governo e del Parlamento sulla situazione delle imprese in affitto, con l’obiettivo di migliorare i contenuti del decreto Rilancio”.
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“In particolare, proponiamo di incrementare l’intensità dell’aiuto previsto per l’affitto d’azienda, che attualmente è la metà di quanto previsto per la locazione classica e prolungare per entrambe le categorie la durata del credito d’imposta, attualmente limitata a tre mesi, con l’obiettivo di coprire almeno l’intera stagione estiva”, ha sottolineato a conclusione il presidente Bocca.