Avviate le indagini riguardo la campagna d’odio scatenatasi contro la volontaria Silvia Romano: in corso l’identificazione degli hater, autori di insulti e minacce da social che hanno investito la 25enne.
Secondo quanto si apprende, sono al momento in corso tutte le dovute procedure per l’identificazione dei primi autori della campagna d’odio partita sui social contro la giovane volontaria Silvia Romano. Poco dopo la notizia della sua liberazione, infatti, sulle varie piattaforme web si erano riversati odiatori seriali che l’avevano riempita di insulti e minacce, prendendo soprattutto di mira la sua decisione di convertirsi alla religione islamica da un lato, e il presunto riscatto pagato dal governo italiano per ottenere la sua liberazione dall’altro.
L’inchiesta è stata affidata ai carabinieri del Ros di Milano, e pare siano stati già individuati due account responsabili della gogna da social.
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Come riportano alcune fonti interne agli ambienti giudiziari milanesi, sembrerebbe che gli inquirenti coordinati dal pm Alberto Nobili, capo del dipartimento antiterrorismo, stiano conducendo una serie di accertamenti investigativi sia in Italia che all’estero atti a dare un volto e un nome alle fiaccole e i forconi alzati nella campagna d’odio contro la 25enne Silvia Romano.
In particolare, gli sforzi delle autorità si starebbero concentrando soprattutto su due account sospetti. Sempre stando a quanto viene riportato, i due profili potrebbero appartenere a persone legate agli ambienti di estrema destra, anche se risalire alla loro identità rimane al momento ancora difficile, data la natura fake degli account usati per minacciare e insultare la giovane.
Più in generale, comunque, l’inchiesta per minacce aggravate ha portato gli inquirenti a individuare attualmente una quarantina di messaggi particolarmente pericolosi e maggiormente rilevanti sotto il profilo penale, e pare si procederà verso questa direzione per tentare di risalire anche agli altri account coinvolti nella campagna d’odio da social.
Contro tutti gli insulti e le minacce effettuate da profili molto spesso fake e, come si apprende, legati agli ambienti di estrema destra, si era già mobilitato però il popolo del web. Sono diverse, infatti, le petizioni aperte in difesa di Silvia Romano, per dire basta alla gogna mediatica che ha travolto la volontaria non appena ha messo piede in Italia.
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Una di queste ha visto il sostegno della Casa della Cultura musulmana e conta già l’adesione di oltre 33mila sostenitori e firmatari, che chiedono anche all’Ordine dei giornalisti di prendere provvedimenti disciplinari contro quelle testate che hanno insultato Silvia nei titoli di questi ultimi giorni.
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