Grande soddisfazione a palazzo Chigi per quanto si sta decidendo a Bruxelles sul Recovery Fund: 500 miliardi a fondo perduto e 250 mila di prestiti.
Ancora nulla è deciso, ma la strada che il dibattito politico sui Recovery Fund sembra avere imboccato a Bruxelles è soddisfacente per il governo. A partire dal premier Giuseppe Conte: «Ottimo segnale da Bruxelles; che va esattamente nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo puntato dall’inizio. 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato per liberare le risorse presto. Che le capitali europee lo assecondino» dichiara il premier, che sta ricevendo in queste ore i complimenti da parte dei leader europei. Perchè, sulla possibilità che il Recovery Fund potesse decollare, il primo ministro italiano è stato sempre fiducioso. Ci ha sempre creduto. Ma il passaggio decisivo ancora deve arrivare: ora partirà infatti un negoziato difficile, durante il quale si spera che non venga toccata la quota dei cosiddetti «grants», cioè i finanziamenti a fondo perduto. Si apre intanto il dibattito politico sulla destinazione dei fondi stessi: Olanda e Svezia hanno già fatto numerosi rilievi, il prossimo Consiglio europeo a giugno potrebbe non essere sufficiente per raggiungere un accordo definitivo. La base di partenza delle trattative è però favorevole all’Italia, che è il primo Paese destinatario dei fondi. Se la proposta della Commissione passasse così com’è, il nostro paese otterrebbe stanziamenti a fondo perduto per 81,8 miliardi e prestiti per 90,9 miliardi.
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Una quantità di immissione di liquidi importante, che potrebbe essere in parte utilizzata per un corposo taglio fiscale. Un’ipotesi che piace molto a Luigi Di Maio: «La priorità adesso, se vogliamo affrontare la crisi, è abbassare le tasse. Se sbagliamo come nel 2008 non faremo altro che mettere in crisi altre famiglie. Usiamo i soldi del Recovery Fund per abbassare la pressione fiscale» ha affermato il ministro degli Esteri. L’idea del taglio fiscale viene tenuta in considerazione – se pure al momento informalmente – anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha definito quella della Commissione Europea sul Recovery Fund «una proposta all’altezza della sfida e della necessità di sostenere il rilancio dell’economia con strumenti e risorse comuni. Un passo avanti storico, ora lavoriamo per adottarla rapidamente». Tra gli altri commenti della politica si registrano quelli di Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei: «Il governo definirà, come ha detto Conte, un Recovery Plan nazionale collegato alle misure europee. Diamo concretezza a un grande piano di trasformazione e riforma del Paese». Anche Silvio Berlusconi è intervenuto commentando: «Ora è fondamentale che il governo utilizzi bene questi fondi, per il sistema delle imprese e il mercato del lavoro, superando le lentezze della nostra burocrazia. Se disperdessimo queste risorse in mille rivoli assistenziali, come è accaduto negli ultimi provvedimenti del governo, andrebbe sprecata una straordinaria opportunità per agganciare la ripresa dell’economia europea». Soddisfatto Renzi, più attendisi Giorgia Meloni e Matteo Salvini.