La Commissione europea ha deciso di alzare l’asticella del Recovery Fund, presentando un piano decisamente ambizioso. Resta lo scetticismo dei Paesi del Nord, ma Enrico Letta commenta: “Non chiediamo l’elemosina agli olandesi, stiano tranquilli”.
Enrico Letta commenta l’ultima decisione sul Recovery Fund adottata dalla Commissione europea. Un piano ambizioso che vede Bruxelles in prima linea nella raccolta di 750 miliardi di euro. All’interno di questo maxi fondo, 500 miliardi verranno distribuiti sotto forma di sussidi e 250 miliardi sotto forma di prestiti. L’Italia sarà il primo Paese beneficiario con 172 miliardi totali, di cui 82 in sussidi. Resta la preoccupazione dei Paesi del Nord, che a lungo hanno frenato su una manovra di questo tipo. Enrico Letta commenta ad Agorà su Rai 3: “Non chiediamo agli olandesi l’elemosina. Il contribuente olandese deve stare tranquillo, non mettiamo le mani nelle sue tasche. E’ un’operazione di rilancio economico”. Poi Letta propone anche delle possibili manovre per impiegare i soldi del fondo: “L’Italia è meno competitiva di altri perché abbiamo troppe tasse, per esempio quelle sul lavoro. Io ridurrei il cuneo fiscale, credo che sarebbe un bel passo avanti per tutti”.
A questo punto, Letta specifica: si tratta di una manovra epocale, che richiederà un impegno serrato e rigoroso nella pianificazione degli investimenti da fare. “So che sembra paradossale perché la gente in questo momento soffre, ma stanno arrivando all’Italia una quantità di soldi che non ha mai avuto. Non abbiamo nemmeno l’abitudine a pianificare l’utilizzo di tante risorse in modo tale che non si trasformi nel regno delle marchette. Deve essere una pianificazione per i prossimi 10 anni con la mentalità di come fu fatta nel dopoguerra”.
A lungo strattonata dal braccio di ferro tra Paesi membri, Ursula von der Leyen ha deciso di non optare per il compromesso. In senso positivo. Il piano messo sul piatto dalla Commissione è estremamente ambizioso: 750 miliardi di euro da raccogliere sui mercati. La proposta della Commissione supera addirittura anche le aspettative del piano presentato dall’asse Merkel-Macron, che si “accontentava” di 500 miliardi di sussidi. In realtà, si tratterebbe di un gioco al rialzo strategico.
Ciò che accadrà è già chiaro: il Recovery Fund non verrà approvato definitivamente così com’è. Proprio per questo Ursula von der Leyen ha deciso di puntare in alto con il piano chiamato Next Generation Eu, per evitare che, nel corso delle trattazioni, si cada poi troppo in basso. Si tratta anche di un atto eminentemente politico, finalmente: dimostrare ai cittadini che l’Unione “non lascia nessuno indietro”. Per il 19 giugno è previsto un primo confronto al Consiglio europeo, un tavolo tra i 27 capi di Stato e di Governo Ue. Ma non sarà la trattativa finale. Il percorso da fare sembra ancora lungo. Intanto i mercati accolgono positivamente il piano da 750 miliardi, e si scatenano le prime gioie sull’importante traguardo raggiunto. Contenti il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, Macron e Conte.
Ora si lavorerà ad alimentare un fronte comune, perché bisogna ricordare che per approvare il piano della von der Leyen sarà necessaria l’unanimità. Non basterà una semplice maggioranza. Per questo tutti gli sforzi saranno volti a convincere i grandi scogli rimasti nell’Ue, scettici nei confronti del piano: Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca. E’ stato molto esplicito lo svedese Stefan Lofven: “Un fondo per aiutare i Paesi più colpiti è necessario, ma è sorprendente che la Commissione proponga di sborsare 500 miliardi a fondo perduto”. Sulla stessa linea l’Olanda, alla quale si è rivolto oggi Enrico Letta. Von der Leyen si è rivolta proprio a loro, affermando: “Questo è un investimento comune sul nostro futuro, ma non ha nulla a che vedere con i debiti passati di alcuni Paesi”. Poi, in conferenza stampa, sull’ipotesi che possa trasformarsi in una sorta di Tesoro europeo, von der Leyen ha frenato: “No. Questa è solo un’iniziativa eccezionale, una tantum”.
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