Matteo Salvini è stato intervistato da Paolo Giordano in Fuori dal coro, rete 4. Un sunto sulle posizioni del leader della Lega su Fase 2, Mes, magistratura ed Europa.
Il leader della Lega Matteo Salvini torna a parlare della situazione in Italia, sia in rapporto alla gestione interna dell’emergenza coronavirus sia in rapporto al suo ruolo in Europa. La linea della Lega, che emerge dall’intervista, sarebbe duplice: da un lato sarebbe necessario un maggiore sostegno statale a imprese e cittadini in forte depressione economica, dall’altro è imprescindibile una riapertura del mercato del lavoro, la concessione di maggiore libertà d’impresa. L’imposizione di restrizioni su bar, ristoranti e aziende, la forte burocratizzazione del Paese è una delle principali forme di resistenza alla ripresa economica. Una ripartenza, dice Salvini, di cui l’Italia avrebbe ora bisogno. Insomma, la ricetta della Lega sarebbe: sostegno ma in totale libertà.
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La fase 2 secondo la Lega
Per quanto riguarda l’esigenza di finanziamenti statali urgenti e diffusi, e per quanto riguarda i ritardi dell’Inps, Salvini afferma: “Domani andrò a incontrare il presidente dell’Inps. Dopo due mesi dall’inizio dell’emergenza, due milioni di italiani non hanno visto una lira di cassa integrazione. E’ dovuto alla mancata organizzazione della burocrazia, a un rimpallo continuo tra ministero e Inps. Il Governo prevede 9 settimane di cassa integrazione, ma il calendario fino a ottobre ne prevede 21. Come Lega chiediamo di aiutare gli italiani per 21 settimane, non per 9. E di farlo alla svelta, non con tre mesi di tempo dalla pubblicazione del decreto”.
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A proposito dell’indirizzo da prendere in fase 2, invece, Salvini ribadisce: ci vuole libertà d’impresa. Nel sottolinearlo, crea anche una cesura tra la presunta condotta che la Lega avrebbe avuto nei confronti dell’emergenza e la condotta dell’attuale Governo. Da un lato l’Italia della libertà e della fiducia, dall’altro l’Italia del controllo e della sussistenza. “Gli italiani hanno bisogno di fiducia, libertà di impresa, di condono. L’Italia ha bisogno dello Stato amico, non di cittadini guardiani”. Poi Salvini rincara la dose: “Ammenoché non ci sia una precisa strategia dietro tutto questo, per tenere gli italiani sotto controllo, impoveriti e impauriti. A che scopo impoverire? Paura e assistenza. Se fai il bravo ti do 100 euro, forse, quando mi gira. Ma devi stare in casa e non avere iniziative private”. In sostanza, Salvini paventa anche il dubbio che dietro le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus ci sia in realtà un piano politico ben preciso.
Matteo Salvini e giustizia: Open Arms e chat tra magistrati
Sulle vicende interne, Salvini commenta anche il caso Open Arms. Più in particolare il leader della Lega si espone sul voto della Giunta per l’immunità in Senato, che ha deciso di non rinviarlo a giudizio (13 voti contro i 7 a favore del rinvio a giudizio). Ma la decisione finale spetterà all’aula del Senato. Intanto Salvini commenta: “E’ curioso che i cinquestelle prima mi dicessero ‘bravo, hai ridotto gli sbarchi’, mentre ora col Pd mi ritengono un pericoloso criminale. Ma non voglio insistere su questo. Sono felice della decisione della Giunta, faccio il senatore. Vorrei pensare ai problemi reali, non vorrei passare le giornate tra avvocati, giudici magistrati per aver fatto il mio dovere”.
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Poi un commento sulla magistratura e lo scambio di chat tra Luca Palamara e Auriemma. Sarebbero emersi messaggi privati ambigui tra l’ex membro del Csm Luca Palamara e altri magistrati. Secondo quanto riportato, le intercettazioni risalirebbero all’agosto 2018, il periodo del decreto Sicurezza e della chiusura dei porti. Durante quel frangente i magistrati si sarebbero detti legalmente d’accordo con il blocco dei porti voluto dall’allora ministro dell’Interno Salvini: “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando”. E la risposta: “Hai ragione, ma va attaccato…”. A proposito dello scambio di messaggi, Salvini si mostra pacato: “Fortunatamente non ci sono ‘i magistrati’, ci sono ‘alcuni magistrati‘ che usano la toga per fare politica, che ti attaccano non perché commetti reato ma perché non gli stai simpatico. Ma penso che la grande maggioranza applichi veramente il principio secondo cui la legge è uguale per tutti”. Detto questo, Salvini ribadisce: “Ma occorre una riforma seria del codice penale, civile e della magistratura, mi sembra evidente”. E ancora: “Io ricordo che fortunatamente ci sono magistrati che hanno perso la vita per la lotta a mafia. Quindi una riforma della giustizia serve a tutti. Anche e soprattutto ai cittadini. Ma se deve essere Bonafede a farla, è evidente che gli italiani dovranno aspettare prossimo Governo”.
La Lega su Mes e Europa
Infine, la politica estera, Mes e Unione europea. Per quanto riguarda il Mes, il leader della Lega sembra ribadire la linea di gran parte del centrodestra riguardo al fondo: l’accesso alla linea di credito resta una strada pericolosa e poco conveniente, nonostante la campagna di cui ha goduto. Salvini afferma: “I soldi gentilmente prestati dal Mes devono essere restituiti in base a condizioni decise da Bruxelles e Berlino. Ma se le condizioni sono così vantaggiose, perché la Grecia non usa quei soldi, perché non lo fanno neanche Spagna, Portogallo e Francia? Si vede che sono un rischio”.
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Su una possibile uscita dall’Ue, la Lega si mostra ancora euroscettica, ma non intenta a spingere per fare il passo fuori dall’Ue. “L’euro è stato un errore, e mi sembra evidente. Ma in questo momento uscire dall’euro non è una priorità, ora serve sicurezza. Non siamo contro l’Europa. All’inizio voleva essere un unione di garanzie e libertà. Ma ora si è trasformata in una burocrazia di imposizioni. E allora dico che il diritto al lavoro e al benessere è superiore a imposizioni esterne”.