La decisione è stata presa per “l’emersa personalità” di Alex scarcerato per il “contesto” in cui è maturato il delitto. Gli sono stati dati i domiciliari da un amico e non a casa sua per “l’esigenza di tutelarlo psicologicamente”
Alex Pompa, il ragazzo che ha ucciso il padre nel tentativo di difendere la madre vittima di violenze, è stato scarcerato. I giudici lo hanno tutelato consentendo i domiciliari a casa di un amico. “C’è l’esigenza di tutelare psicologicamente Alex, evitandogli il reinserimento immediato nell’ambiente in cui il delitto è maturato e in un contesto di soggetti emotivamente coinvolti”.
E’ uno dei motivi con cui i giudici del riesame hanno disposto per il ragazzo di Collegno: i domiciliari a casa del suo migliore amico e compagno di banco. “La famiglia di Fabio era la più idonea – concordano i giudici che hanno accolto la richiesta della difesa del ragazzo sostenuta dall’avvocato Claudio Strata – Alex dovrà sostenere i prossimo giugno l’esame di maturità e questa collocazione gli permetterà di concentrarsi sullo studio insieme al compagno”.
Sono gli stessi giudici a sottolineare come normalmente per un delitto come quello commesso da Alex non ci sia altra strada che la misura cautelare in carcere. Una condizione “superabile – scrivono i giudici – dalla considerazione dell’emersa personalità del giovane indagato e del contesto ambientale in cui il delitto è maturato”, si legge nelle motivazioni. Una situazione che la difesa ha documentato con una memoria di oltre 90 pagine e 200 file audio che raccontano quello che accadeva nella casa di via De Amicis dove vivevano il ragazzo con il padre, la madre e il fratello.
A Questo si aggiungono esigenze d’indagine: i famigliari del ragazzo dovranno essere sentiti nuovamente e non è opportuno che Alex possa stare a contatto con loro. Anche per questo motivo il provvedimento dispone per lui i domiciliari a casa dell’amico senza permettergli di contattare i parenti.
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Sarebbero cinque le famiglie che si erano offerte di ospitare Alex ai domiciliari. Tra loro anche la sua fidanzata che in queste settimane gli ha scritto spesso in carcere: “Sei un eroe”. I giudici hanno preso in considerazione la sua offerta ma l’hanno scartata per l’eccessivo coinvolgimento emotivo della ragazza. “Alla luce di quanto emerso – hanno spiegato i giudici – visto la delicatezza della situazione, è sconsigliata la convivenza tra i due”.
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