Noi di Meteoweek abbiamo intervistato Ubaldo Lanzo stilista avanguardista collaboratore con varie case di moda e cromatologo. L’artista che disegna l’anima del colore alle persone.
Ciao Ubaldo è un piacere per noi poter scambiare qualche opinione con te. Raccontaci, come stai?
Il piacere è tutto mio. Bene, in quarantena nella mia adorata Calabria, tra mare e buon cibo. Speriamo che tutto possa tornare presto alla normalità. Qui, per fortuna, tutto è stato ben contenuto e non ci sono stati casi, ma il mio cuore è spezzato per quello che ha vissuto il Nord Italia.
Come nasce il personaggio Ubaldo?
Il mio personaggio nasce da molto lontano. Probabilmente sono sempre stato questo personaggio. La mia formazione è di stile teologico. Sono stato dalle suore e fu traumatico, non era per me perseguire dottrina e norme. Poi ho frequentato il Liceo Classico a Cetraro sullo splendido litorale tirrenico cosentino. Anche li non una bella esperienza.
Venni dirottato in questo istituto gestito da suore (eccole che ritornano) e posso dirti che ne passai (ma anch’io diedi del filo da torcere) di tutti i colori. Poi andai a studiare Giurisprudenza a Camerino e da li la mia vita cambiò. Ebbi la sensazione di vivere una vita non mia. Dissi ai miei genitori di voler lasciare l’università e tentare la fortuna a Milano. La moda era la mia passione. Dopo aver studiato moda passai prima da Firenze e poi arrivai nella capitale della moda, in un certo modo la mia vita è cambiata proprio in quel momento.
La Marangoni è un trampolino di lancio per molti e anche per te lo è stato.
Nel 1997 realizzai delle scarpe sostituendo le borchie con dei pezzi della doccia. Ottenni il premio come Stilista Emergente dell’Anno e i miei pezzi vennero esposti a Milano e in Olanda. Da li venni notato da Costume e Società – programma Rai – e passai nel 2000 a Rock TV con Cisco delle Iene.
Si parlava di musica e movimenti culturali. Il personaggio a cui devo tutto è la contessa Contessa Pinina Garavaglia conosciuta all’interno dello storico locale di Milano, il Plastic. Quel periodo fu il più importante della mia vita professionale, gli inizi non si dimenticano mai. Nei primi 2000 facevo Modeland insieme a Jonathan Kashanian e Wild West con Alba Parietti.
Come nasce il cromatologo?
La cromatologia esiste negli ambienti lavorativi, penso alla moda e al design. La mia passione è nata dalla mia curiosità e da una chiacchierata svolta nel salotto della contessa Caravaglia.Ci fu la possibilità di fare un provino per un programma di Chiambretti grazie ad un autore di Modeland.
Il programma in questione era Markette feci un provino e nel giro di poche ore mi trovai già in diretta.La cromatologia non è chiromanzia, io do l’anima del colore alle persone e Chiambretti capii subito. Il mio primo colore lo assegnai a Marina Ripa di Meana: il lilla.
Nasce quindi un sodalizio lunghissimo con Piero Chiambretti.
Conosco e lavoro con Chiambretti da 15 anni. Un professionista esemplare, un esempio. Un gran lavoratore, sagace, intelligente e colto e dalla battuta sempre pronta. Poi ha creato dei format unici. Ha scoperto un sacco di talenti e ogni personaggio sono dei “caratteristi”. Maga Maghella, Costantino della Gherardesca, i Gemelli. Gente presa per caso. Una famiglia, di grandi personaggi. Chiambretti ha una capacità unica: quello di realizzare programmi “a braccio”. Tutto accade in diretta.
Un momento della tua carriera che ricordi con piacere?
Non dimenticherò mai la mia ospitata al Maurizio Costanzo Show. Costanzo è la televisione, un personaggio unico. Li feci il colore a Salemme e altri. Maurizio Costanzo è un signore in tutti i sensi, cordiale come pochi conosciuti.
Quanti colori hai fatto nella tua carriera e quanti vip. Raccontaci.
Ti dico quelli che ho fatto, o meglio quelli che ricordo. Parto dal mio Piero Chiambretti, un verde chiaro, Maurizio Costanzo un blue indaco smaltato, Simona Ventura un rosso corallo smaltato, Alessia Marcuzzi un rosso ciliegia, Anna Tatangelo un verde limone, Alfonso Signorini un verde smeraldo, Lino Banfi un verde muschio. Poi ci sono tanti tantissimi che hanno bei colori: Papi, la mia adorata Paola Barale e la bellissima Alba Parietti.
La pandemia ha bloccato “cr4 la Repubblica delle Donne” e purtroppo Piero Chiambretti ha perso la mamma.
Una situazione triste che mi ha lasciato senza parole. In qualsiasi programma di Piero Chiambretti, lui riesce a costruire una famiglia. Ci siamo compattati tutti e abbiamo sofferto tanto per la scomparsa della signora Felicita. Ho avuto modo di conoscerla in sala trucco e parrucco, una persona perbene, garbata e coltissima. Non si è neanche presentata come “la mamma di Piero Chiambretti”, che donna eccezionale, donna d’altri tempi. Garbo e cortesia. Siamo tutti vicino a Piero. Non sappiamo ancora quando riprenderà il programma, speriamo presto.
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