Tra le novità del Decreto Fiscale che entreranno in vigore dal primo luglio, ai professionisti verranno imposte delle limitazioni sull’uso del contante, e un bonus fiscale sull’uso del POS.
Come previsto dal Decreto Fiscale, per tutti quei professionisti impegnati nel processo di dematerializzazione dei propri studi, dal primo luglio 2020 saranno introdotte alcune novità. Tra queste, la possibilità di beneficiare di un credito di imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sui pagamenti ricevuti da consumatori finali con carte di credito, di debito e prepagate. E in aggiunta, sempre a partire dalla stessa date verrà introdotta una nuova limitazione, che prevede invece la riduzione della soglia dei pagamenti in contanti.
Come si apprende, dunque, la soglia per l’utilizzo del contante è stata ridotta a 1.999,99 euro, con un ulteriore abbassamento che si attuerà a partire dal primo gennaio 2022 – e che porterà il contante ammesso nei pagamenti fino ai 999,999 euro.
A partire dal mese di luglio, entrerà in vigore l’introduzione del POS obbligatorio per i professionisti e i negozianti, che dovranno quindi accettare il pagamento tramite moneta elettronica. Tuttavia, è stato già reso noto che non verranno applicate sanzioni a chi rifiuta il pagamento elettronico, ma anzi, verrà offerto un bonus fiscale per l’uso del POS – sempre a partire dal primo luglio.
Come spiegato dai giornalisti de Il Sole 24 Ore, il credito d’imposta è previsto dall’articolo 22 del decreto legge 124 del 2019, e l’obiettivo è quello ovviamente di favorire l’utilizzo di mezzi alternativi al contante. Secondo quanto si apprende, il credito si applicherà per le commissioni dovute in relazione a cessioni di beni e prestazioni di servizi rese unicamente nei confronti di consumatori finali”, mentre l’obbligo di ricevere pagamenti elettronici – stabilito dall’articolo 15, comma 4, del decreto legge 179 del 2012 (cosiddetto decreto Sviluppo-bis) – non contiene una analoga esclusione relativamente ai soggetti passivi di imposta”.
Per avvalersi del credito, inoltre, sarà necessario che i ricavi o i compensi relativi all’anno d’imposta precedente non abbiano superato i 400mila euro. Vi sarà la possibilità di utilizzare il credito d’imposta maturato in compensazione “a decorrere dal mese successivo a quello in cui la spesa è stata sostenuta”, e sarà poi necessario anche indicare il credito “nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta di maturazione e in quelli successivi sino a quello in cui se ne conclude l’utilizzo”.
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