I carabinieri del Gruppo Ostia, agli ordini del colonnello Pasqualino Toscani, hanno arrestato tre persone per l’agguato al cognato di Roberto Spada.
Sorge l’alba sul litorale laziale: le volanti si concentrano sotto a un palazzo. Gli arrestati sono 3, c’è anche un elicottero, per portare in carcere i colpevoli della gambizzazione del cognato di Roberto Spada. Sono i componenti del “gruppo di fuoco” che lo scorso 20 aprile entrarono in azione in pieno giorno in via Antonio Forni. A restare ferito sotto le finestre il 52enne cognato di Roberto, il boss reggente del clan sinti – secondo i pm – e responsabile della testata ai danni del giornalista di Nemo. Subito le indagini si concentrarono intorno al giro di droga della zona per individuare i colpevoli. Quella contro il cognato del boss era un’offensiva lanciata dagli “emergenti”, quelli che volevano prendersi il mercato della droga sul mare di Roma.
In meno di un mese, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, grazie ad un’efficace e tempestiva attività d’indagine, hanno notificato un’ordinanza che dispone per i tre la custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con l’accusa di tentato omicidio.
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La vittima dell’agguato, romano, 51 anni, uscito illeso, aveva raccontato di essere stato colpito da un proiettile mentre camminava in via Forni. Dopo aver sentito all’improvviso un dolore alla gamba, aveva abbassato lo sguardo e visto il sangue, decidendo di salire in macchina e andare in ospedale. Non aveva aggiunto dettagli su chi l’aveva ferito né quanti fossero e, soprattutto, su un possibile movente che potesse aver spinto qualcuno a premere il grilletto di giorno in un periodo in cui le strade della Capitale erano particolarmente sorvegliate, a causa dell’emergenza sanitaria in atto legata al coronavirus. Al momento i tre sono stati tratti in arresto e ora dovranno rispondere delle accuse che gli sono state mosse ma la contesa non sembra essere stata risolta: quello di via Forni era un messaggio per Roberto Spada, detenuto in carcere.
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