Il presidente di Aiscat nonchè ex numero uno di Aeroporti di Roma risponde ai detrattori del gruppo. “Il blocco degli investimenti di Autostrade è una mossa di assoluta necessità”.
Le società che fanno parte del gruppo Atlantia fanno fronte comune contro i loro detrattori. E al coro di difesa nei confronti dell’operato di Autostrade e delle altre aziende, si aggiunge anche la voce corposa di Fabrizio Palenzona. L’attuale presidente di Aiscat, l’associazione dei concessionari autostradali, rientra nel novero di Atlantia ormai da tempo. Prima del suo attuale incarico, infatti, era stato presidente di Aeroporti di Roma, altra società che, proprio come Autostrade, è sotto l’egida della famiglia Benetton. Per questo motivo era prevedibile, da parte di Palenzona, una difesa nei confronti della holding.
“Il blocco degli investimenti da parte di Autostrade per l’Italia non è un ricatto – dichiara a Repubblica il numero uno di Aiscat – , ma la mossa di assoluta necessità di una società quotata per uscire dall’incubo in cui è stata messa. E l’incertezza che il governo ha imposto a tutto il comparto autostradale fa male al settore nel suo complesso”. Dunque, secondo Palenzona, Autostrade e tutto il gruppo Atlantia starebbero mettendo in atto una vera e propria spending review per limitare i danni. “Io sarò di parte – prosegue – ma chi parla di ricatto non sa che cosa dice. Poco meno di due anni fa succede la disgrazia del Ponte Morandi”.
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Palenzona inoltre parla di una “strumentalizzazione senza pari” ai danni di Atlantia e di Autostrade. Questa opera avrebbe come oggetto i Benetton e “non tiene conto del fatto che sia la holding sia Autostrade sono quotate e hanno oltre il 70% del capitale in mano a migliaia di azionisti”. Il presidente di Aiscat, che in questo caso fa da portavoce di Atlantia, sottolinea anche la severità delle norme presenti nel decreto Milleproroghe. “Eravamo già nella situazione in cui Autostrade vedeva profilarsi la revoca, sull’onda di quella norma il rating della società è sceso a livello di “spazzatura” e le linee di credito accordate dalle banche e dalla stessa Cassa Depositi e Prestiti non sono più state concesse”.
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“In questa situazione arriva il virus – prosegue Palenzona – e con il lockdown il traffico sulla rete cala dal 50 all’80%, Autostrade chiede il prestito garantito dalla Sace, come previsto dal decreto Liquidità e si sente rispondere ‘no grazie’ da un viceministro 5 Stelle del Mise”. Dunque, stando alle parole del numero uno di Aiscat, Autostrade e tutta la holding sarebbero delle vittime in piena regola. Sia nei rapporti con il Governo che per le conseguenze dell’emergenza Covid. A proposito dei pentastellati, Palenzona li definisce “irresponsabili a cui non si doveva affidare la guida del Paese”. E chiude con un appello: “Decidano presto che cosa vogliono fare: se revocare la concessione o no, se passarla all’Anas, e poi lo facciano. Ma in questo limbo un’azienda non può stare”.