Sardine, il coordinatore di Reggio Calabria minacciato dalla ‘ndrangheta

Filippo Sorgonà, una delle figure di riferimento delle Sardine in Calabria, ha ricevuto un messaggio intimidatorio. “Hai firmato la tua condanna”, c’era scritto.

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Le Sardine tornano a essere sotto l’attacco delle organizzazioni criminali. Questa volta, nel mirino dei malviventi è stato Filippo Sorgonà, che è coordinatore del Movimento nella città di Reggio Calabria. Sorgonà, infatti, è finito al centro di una nuova intimidazione, la seconda per lui da quando ha assunto il coordinamento del Movimento delle Sardine nella città calabrese. L’attivista avrebbe ricevuto un messaggio, in base a quanto è stato riferito dai suoi compagni in una nota ufficiale diffusa su Facebook. “Firmasti a to cundanna”, c’era scritto nel messaggio.

A quanto pare, si tratta della seconda intimidazione o minaccia che Filippo Sorgonà ha ricevuto. Stando a quanto c’è scritto nella nota ufficiale diffusa dalle Sardine, “un mese fa gli hanno bruciato due ettari della sua azienda agricola”. Il riferimento è sempre alla ‘ndrangheta, che avrebbe messo nel mirino il coordinatore della provincia di Reggio Calabria. “Da sempre – prosegue la nota – Sorgonà è stato impegnato a combattere con determinazione e alto senso civile ed etico la lotta alla mafia calabrese, la ‘ndrangheta”.

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Filippo Sorgonà – meteoweek.com

Inoltre, nella nota diffusa dal Movimento si legge che “tutte le sardine italiane si uniscono e senza se e senza ma, con maggior determinazione, ci impegneremo contro tutte le mafie e gli estremismi politici”. Dunque non è semplicemente uno schieramento dalla parte di un proprio compagno che è finito nuovamente nel mirino della criminalità organizzata. Si tratta di un vero e proprio impegno a fronteggiare tutte le mafie che, nel territorio nazionale, provano a limitare l’azione e l’impegno sociale delle Sardine.

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Poi è stato lo stesso Sorgonà a far capire che la ‘ndrangheta lo ha ormai messo nel mirino. E il suo riferimento viene fatto nel giorno successivo al ricordo della strage di Capaci, in cui Giovanni Falcone perse la vita in un attentato mafioso insieme alla moglie e agli agenti di scorta. “Le scritte di cui parlo sono facilmente riconducibili a una sigla politica. Ieri, oggi e domani sarò sempre dalla stessa parte a combattere per giustizia e libertà. Nell’anniversario della strage di Capaci, avrei voluto scrivere altri post per rinnovare l’impegno a questa sacra memoria”.

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