I ricercatori dell’Ifremer non hanno individuato il coronavirus SARS-CoV-2 nei campioni di acqua di mare. Lo studio francese incoraggia il virologo Guyader: “Si tratta di una buona notizia”
In maniera telegrafica, alla luce di uno studio francese, si potrebbe affermare che il coronavirus circola sulla terra, ma non in mare. E’ la conclusione – seppur passibile di approfondimenti – a cui sono arrivati i ricercatori dell’Ifremer, Istituto francese di ricerca sull’utilizzo del mare, che hanno indagato sulla presunta presenza del virus in acqua. “Nessuna traccia di coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia del Covid-19, è stata individuata nei campioni di acqua di mare e nei molluschi analizzati”. La dichiarazione si legge in una nota diffusa dall’istituto che fa tirare un sospiro di sollievo.
Per elaborare il prezioso studio, il team di ricerca di Nantes ha messo sul piatto le più affinate tecnologie per l’individuazione del genoma del virus nei campioni di cozze e ostriche e di acqua marina. I siti per il prelievo sono stati selezionati in base all’esposizione alle fonti di contaminazione delle acque di scarico dei centri abitati. Tre sulla costa della Normandia, otto su quella della Bretagna, otto sulla costa atlantica e tre su quella mediterranea.
Due campioni di cozze e 19 di ostriche prelevati fra il 22 e il 27 aprile sono stati analizzati in laboratorio. Tracce di altri virus provenienti da acque di scarico erano presenti in 6 molluschi ma nessuno presentava il temuto SARS-CoV-2. Sui campioni di acqua di mare, da un litro ciascuno, prelevati dalla rete di laboratori per la ricerca in microbiologia ambientale integrata, nessuno presentava tracce del virus della pandemia. Un buon dato che traccia un percorso positivo. “Anche se non vale come certezza per l’insieme dei molluschi e delle acque di mare francesi – ha spiegato virologo Soizick Le Guyader – l’assenza di tracce di SARS-CoV-2 rivelata nel nostro studio è una buona notizia dalla quale si può ripartire con fiducia”.
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Lo studio è rilevante soprattutto in vista dell’estate, per la quale anche gli italiani si stanno informando a più riprese. Nella ipotetica tabella comparativa, il mare sarebbe meno rischioso. Può dunque contribuire a dare maggiore serenità a chi voglia avventurarsi in spiaggia o al mare. “Abbiamo deciso di proseguire i nostri prelievi e le analisi a scadenza di 15 giorni e per diversi mesi – ha spiegato il virologo Le Guyader – così da seguire eventuali effetti di una circolazione potenzialmente crescente del virus nella popolazione. Allo stato attuale delle cose, e dopo la graduale riapertura dopo il lockdown, ci sono elementi che inducono positività”.
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