Atlantia ha preso la decisione al termine del cda di venerdì. Viene dunque fermato il maxi progetto di intervenire sulla rete nazionale di Autostrade. E spunta il nodo Sace per la richiesta di oltre un miliardo.
Autostrade per l’Italia, per il momento, decide di fermarsi. Questo è quanto è emerso dal CdA che si è svolto ieri tra le fila di Atlantia. La holding ha infatti deciso di fermare il maxi progetto di intervento sulla rete autostradale gestita dalla sua controllata. Inoltre, come si legge stamani su Il Sole 24 Ore, i vertici del gruppo sarebbero pronti a dichiarare guerra al Governo Conte. In programma, infatti, c’è la possibilità di “dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società e del gruppo, visti i gravi danni”. Dunque arriva una decisa levata di scudi da parte di Atlantia e Autostrade per l’Italia.
Il consiglio d’amministrazione straordinario ha visto trattare alcuni temi delicati per il futuro della holding. Non è stata presa alcuna decisione in merito al nodo revoca delle concessioni, mentre sul piano economico le idee di Autostrade sembrano essere abbastanza chiare. Come si evince dalla richiesta, prevista dal nuovo Decreto Rilancio, da parte di Aspi per 1,25 miliardi di euro. Per il momento non è ancora stata sbloccata la concessione di parte della linea revolving, per un miliardo e 300 milioni complessivi. Inoltre è molto complicato che Autostrade possa accedere al credito per via ordinarie, visto che il decreto Milleproroghe ha penalizzato la società.
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Per questo motivo, Atlantia sta provando a prendere in contropiede il Governo, dopo gli ultimi provvedimenti subiti. Proprio dal Consiglio dei Ministri si attende un segnle forte, che però potrebbe non arrivare a causa delle responsabilità contestate per la tragedia di Genova. In ogni caso, resta dura la posizione assunta da Autostrade, che si dà tempo fino al 30 giugno ma fino ad allora potrebbe proseguire con il suo stop. La data di fine giugno non è casuale, perchè è quella entro la quale bisognerà prendere una decisione: adeguarsi alle modifiche imposte dal Milleproroghe oppure rinunciare alle concessioni, dietro adeguato rimborso.
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Intanto da Atlantia arriva un suggerimento per Autostrade: usufruire del finanziamento da 900 milioni concesso dalla società “madre”. Questo denaro potrebbe essere utilizzato per interventi di manutenzione sulla rete e spese di manutenzione. Dovrebbero essere questi gli unici interventi consentiti fino alla fatidica data del 30 giugno. Per il resto, si fermerà una macchina che aveva previsto un maxi piano da oltre un miliardo e mezzo. Un investimento che, sotto forma di interventi sull’intera rete autostradale, avrebbe avuto anche un impatto importante sul Pil nazionale, per una cifra superiore ai 3 miliardi.
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Intanto non sono mancate le repliche da parte della classe politica, di fronte all’atteggiamento ostile di Atlantia e di Autostrade. Come nel caso di Stefano Buffagni, sottosegretario allo Sviluppo Economico, che alla notizia della richiesta di prestito in linea con il Dl Rilancio ha risposto via social con un laconico “No grazie”. Eppure, Autostrade avrebbe le carte in regola per richiederlo: la società svolge un ruolo che incide su infrastrutture critiche e strategiche del Paese. Inoltre ha subìto un impatto sui livelli occupazionali e sul mercato del lavoro a causa dell’emergenza Covid. Anche questa, dunque, potrebbe essere una discreta gatta da pelare per il Governo.