Dall’inizio della pandemia la Svezia ha deciso di muoversi in modo completamente differente rispetto al resto d’Europa. Il modello svedese si basa infatti sulla responsabilità personale del cittadino. Le chiusure delle attività nel Paese sono state quasi nulle: bar, ristoranti e scuole sono rimasti prevalentemente aperti.
Uno studio dell’istituto sanitario svedese riferisce che alla fine di aprile solo il 7,3% degli abitanti di Stoccolma aveva sviluppato gli anticorpi necessari per sconfiggere il Coronavirus. Nell’ultima settimana il paese Scandinavo ha registrato il tasso di mortalità più alto del mondo con 6,08 decessi per milione di abitanti al giorno superando la Gran Bretagna con 5,57, l’Italia con 3 e il Belgio con 4,28. Questa stima è stata diffusa da Daily Telegraph, che ha a sua volta citato i dati di Our World in Data. L’analisi si basa su una media mobile di sette giorni, tra il 13 maggio e il 20 maggio.
L’epidemiologo Anders Tegnell, ideatore della strategia anti lockdown ha dichiarato alla Cnn che il 7,3% di abitanti di Stoccolma che ha sviluppato gli anticorpi per il COVID-19 è in effetti un numero molto basso. Lo scienziato si aspettava un risultato differente. L’istituto sanitario svedese ha annunciato che d’ora in avanti verranno effettuati settimanalmente circa 1000 test per poter monitorare in modo dettagliato l’evolversi della situazione.
Al momento i numeri continuano a salire Standard Ethics non approva la strategia Svedese
In Svezia sono morte altre 40 persone. Il totale delle vittime è di 3.871, il numero di nuovi casi non è in calo, risultano essere 649. Standard Ethics, l’agenzia di valutazione etica, ha declassato la Svezia da ‘eee’ a ‘eee-‘. L’agenzia ritiene che la Svezia abbia prodotto rischi aggiuntivi alla popolazione svedese ed europea e l’ha indicata come poco collaborativa con l’Unione Europea.
La Finlandia e la chiusura dei confini
La vicina Finlandia non ha preso bene le scelte della Svezia. Non è stato ancora deciso ufficialmente ma sta valutando di vietare questa estate l’ingresso nel Paese ai turisti svedesi. Il capo dell’Istituto della Sanità finlandese, Mika Salminen ha sottolineato che la Svezia ha più casi rispetto a tutti i suoi vicini messi insieme.
I decessi rispetto a Danimarca, Norvegia e Finlandia
Secondo il database della Johns Hopkins University la Svezia al 21 maggio ha avuto 3.871 morti contro i 561 della Danimarca i 306 della Finlandia e i 235 della Norvegia. Riassumendo: con un terzo in meno di abitanti la Svezia ha avuto tre volte e mezzo piu’ morti. Bisogna anche ricordare che molti dei decessi sono avvenuti nelle case di riposo, non a causa quindi del mancato lockdown. Uno degli aspetti che merita di essere menzionato è sicuramente la scarsità di tamponi effettuati. La Svezia ha infatti effettuato il minor numero di tamponi per mille abitanti tra i Paesi nordici.
Perché la Svezia ha preso questa decisione?
La ragione di questa scelta è di carattere economico. I sostenitori del modello svedese pensano che questa decisione abbia consentito a non fermare l’economia. In effetti il Pil svedese ha perso solo lo 0,3%. Tuttavia secondo gli economisti è improbabile che il risultato si possa mantenere tale sul lungo periodo. La Commissione Europea prevede che il Pil Svedese calerà almeno del 6,1%. La spiegazione è comunque intuibile: l’economia svedese è strettamente connessa con quella globale e di conseguenza ne deve subire per forza gli scossoni.
La seconda ondata di contagi autunnale
Aleggia nell’aria questa ipotesi da molto tempo, quella di una seconda ondata di contagi in autunno. Dal punto di vista psicologico la Svezia sarà sicuramente piu’ fresca del resto del mondo, avendo subito meno traumi da chiusura obbligatoria. Dal punto di vista sanitario è diversa la questione: la Svezia è infatti molto lontana dall’obiettivo – anche se mai dichiarato – dell’immunità di gregge