I beni erano stati sequestrati oltre 11 anni fa. Oggi la confisca per un altro duro colpo a due dei più potenti boss della storia della mafia siciliana.
Arriva un nuovo colpo che lo Stato e le forze dell’ordine riescono a infliggere alla mafia. In particolare, a essere colpiti sono stati in queste ore due tra i boss più potenti della storia recente, entrambi catturati. Stiamo parlando di Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo, per i quali un prestanome si è visto confiscare beni per circa 150 milioni di euro. Questi beni erano stati sequestrati alla mafia il 5 gennaio di undici anni fa, ma l’atto di confisca è stato finalizzato nella giornata odierna, ponendo la parola ‘fine’ a una lunga storia.
Gli agenti della divisione anticrimine della questura di Palermo hanno completato l’operazione nelle scorse ore. Hanno posto i sigilli a centinaia di beni immobili tra la provincia di Trapani e il capoluogo siciliano. Tutti questi beni sono riconducibili alla figura di Andrea Impastato, un 72enne nativo di Cinisi che ha dei precedenti legati alla mafia. Nel 2002, infatti, Impastato fu arrestato per mafia ed era ritenuto per l’appunto un prestanome di Provenzano e Lo Piccolo. Si tratta di immobili grazie ai quali i due boss mafiosi riuscivano a fare affari già durante il periodo di latitanza.
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Tra gli immobili confiscati oggi, infatti, trovano spazio aziende edili e di estrazione di materiale da cava, complessi industriali, capannoni e terreni. Ma anche beni mobili, conti correnti, depositi e titoli sono stati recuperati dalle forze dell’ordine. A questi si aggiunge anche un complesso turistico-residenziale che si colloca nella località balneare di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, composto da numerosi appartamenti e alcune villette a schiera. Il tutto gestito in maniera certosina da Andrea Impastato, figlio di Giacomo detto “u sinnacheddu”, esponente di spicco della famiglia Badalamenti di Cinisi.
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Andrea Impastato, come detto, era stato arrestato nel 2002 nell’ambito dell’inchiesta su Pino Lipari, condannato in quanto consulente finanziario di Provenzano. Durante le indagini si era scoperto che il figlio de “u sinnachieddu” era stato indicato come amministratore delle ricchezze dal boss. Da qui gli inquirenti sono stati in grado di collegare una serie di contatti di varia natura tra lo stesso Impastato e altri esponenti mafiosi di spicco, come lo stesso Provenzano e Lo Piccolo. Nel 2005 arrivò per lui la condanna per associazione mafiosa, mentre quattro anni dopo è scattato il sequestro dei beni che oggi sono stati confiscati.
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