Dopo dieci anni si torna a negoziare sugli arsenali nucleari con il coinvolgimento di Cina e Russia. Allo stesso tempo gli Stati Uniti abbandonano il trattato Open Skies ( “cieli aperti”), uno tra i più importanti accordi bilaterali per gli armamenti in vigore con la Russia.
Il presidente Donald Trump torna a far parlare di sé sulla questione del controllo delle armi. Abbandonerà il trattato Open Skies con la Russia perché, come lui stesso afferma “lla Russia non lo rispetta”. L’accordo consente ai firmatari di operare con preavviso voli di ricognizione, usando apparecchi utili a raccogliere le informazioni delle attività militari della controparte. Il trattato firmato nel 1992, è stato tra gli accordi più importanti avvenuti post-guerra fredda. L’idea di base ci poteva stare: controllarsi a vicenda. Un certo livello di trasparenza avrebbe potuto evitare mosse sbagliate da una delle due superpotenze. Un po’ di spionaggio in cambio della pace.
Le cose negli ultimi anni però sono cambiate: Washington denuncia da anni le violazioni di Open Skies da parte della Russia. «Non possiamo rimanere vincolati da un trattato che i russi violano impunemente», ha detto Marshall Billingslea, rappresentante di Trump per il controllo sulle armi. L’annuncio del presidente che afferma l’interruzione di questo accordo, apre un altro contenzioso fra Trump e i partner europei della Nato. Il gesto si inserisce in un progressivo distanziamento degli Stati Uniti dagli accordi multilaterali. Proprio ultimamente, anche la minaccia di ritiro dall’Oms ha fatto inclinare, le già tese relazioni transatlantiche del presidente americano.
Una mossa alquanto insolita quella di inserire la Cina nel patto per negoziare un nuovo accordo sulle armi nucleari. E’ la prima volta in assoluto che una trattativa simile coinvolge la superpotenza Cinese. Trump ha presentato le sue condizioni per il rinnovo del New Start, il patto sulle armi nucleari che limita gli arsenali americano e russo a 1.550 missili con ogive atomiche ciascuno.
Il presidente sta tentando di coinvolgere la superpotenza cinese nella trattativa, in un momento in cui i rapporti si sono sfaldati su tutti i fronti. Il colosso asiatico, con il suo rapido ammodernamento delle forze militari, sta dando filo da torcere al tycoon, che prova a riconquistarsi un po’ di credibilità. Così, se da una parte l’uscita da Open Skin mette in discussione i rapporti con la Russia, dall’altra il presidente apre i negoziati a tre per la limitazione delle armi nucleari, inserendo, nel nostro immaginario, il suo peggior nemico, il fronte di Pechino.
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