Fase 2, Cirio: “Basta aspettare Roma, i bambini a casa soffrono”

Fase 2, il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio ha parlato ai microfoni di Rai Uno indicando la linea del Piemonte sulle attività offerte ai bambini: “Noi anticiperemo Estate Ragazzi, che non è una nuova scuola, ma una forma di accoglienza in sicurezza dei figli delle famiglie”.

cirio fase 2

Proprio oggi è in programma l’incontro tra il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio e le parrocchie della regione: sul tavolo la programmazione dei centri estivi per la gestione dei bambini durante la fase 2. Lo annuncia proprio Cirio, ospite su Rai Uno. Il governatore spiega: “Oggi pomeriggio ho in programma un tavolo con tutte le parrocchie del Piemonte perché noi anticiperemo Estate Ragazzi, che non è una nuova scuola ma una forma di accoglienza in sicurezza dei figli delle famiglie del Piemonte che hanno bisogno davvero, per andare a lavorare, che qualcuno guardi loro i bambini in un ambiente sicuro e che permetta loro di socializzare”. Inoltre Cirio sottolinea un dato: la Regione ha stanziato due milioni di euro per i Comuni e gli oratori del Piemonte. L’idea generale è, appunto, anticipare il progetto Estate Ragazzi “perché non tutti hanno la possibilità di pagare la baby-sitter o non hanno la fortuna di avere i nonni a disposizione. Estate ragazzi garantisce che i bambini svolgano varie attività durante l’orario lavorativo dei genitori”. Durante la fase 2 Cirio promette, quindi, un occhio di riguardo alle esigenze dei genitori lavoratori, da conciliare con i bisogni dei bambini, che sembrano andare nella stessa direzione.

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Come spiega il governatore: “I nostri bambini stanno soffrendo tanto dopo tre mesi a casa, hanno bisogno davvero di momenti di incontro, in sicurezza, che non possono aspettare la burocrazia romana”. Il riferimento è all’iniziativa avviata a Borgosesia (Vercelli). Lo scopo del progetto è mettere a disposizione gli edifici scolastici per accogliere i bambini i cui genitori sono entrambi tornati al lavoro con la Fase 2. A proposito dell’iniziativa, Cirio ha affermato: “Sono molto orgoglioso che i primi bambini a tornare a scuola siano stati in Piemonte grazie all’iniziativa di Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia”. Il progetto della cittadina ha preso il via la scorsa settimana, ma non sono mancate polemiche. Forte la critica della ministra Azzolina che si è detta contraria. E’ allora arrivata la difesa di Cirio, qualche giorno fa sempre su Rai Uno: “L’iniziativa è stata sostenuta dalla Regione Piemonte che la considera come una best practice da estendere a tutte le altre aree del Piemonte e dell’Italia. È vero che bisogna preoccuparsi di far tornare a lavorare le persone, ma non bisogna mai dimenticarsi dei figli di queste persone”.

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Oggi il Governatore ribadisce la diversa linea del Piemonte rispetto a quella dell’esecutivo. Troppo lenti i tempi di Roma, bambini e genitori non possono più aspettare: “Non puoi immaginare di far tornare a lavorare le persone dimenticando che hanno dei figli. Questo dovrebbe ricordarlo bene il nostro ministro. Non parliamo di una scuola parallela ma di un servizio ‘paradidattico‘, che peraltro segue le linee guida per la sicurezza, che dà una risposta alle famiglie italiane. Ecco il motivo per cui la regione non solo lo ha guardato con grande interesse e sostegno, ma davvero lo vuole estendere”.

Riguardo al test sierologico, invece, Cirio afferma: “Il test sierologico è un tema delicato e importante su cui auspichiamo ci sia una voce chiara da parte del ministero della Salute e del’Iss, perché ormai è chiaro che sono importanti sotto il profilo di analisi epidemiologica ma nello stesso tempo le persone devono sapere che non hanno valore diagnostico“. Insomma, secondo il governatore Cirio i test sierologici dovrebbero essere estesi a chiunque voglia sottoporsi a un controllo, ma è molto importante che non siano spacciati come test definitivi. La loro unica utilità è di fornire dati indicativi sulla base dei quali, poi, va effettuato un tampone. Per Cirio “questo è molto importante chiarirlo perché se, da una parte, dobbiamo permettere la libertà a ciascuno di curarsi come ritiene e fare le analisi che ritiene, dall’altra non possiamo permettere che ci sia una esasperazione commerciale, promozionale, di test che sono sì importanti ma che non devono mai essere spacciati o venduti come test che sono in grado di dire se sei positivo o no al Coronavirus”.

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Per quanto riguarda l’emergenza coronavirus nella regione Piemonte e il numero dei contagi, Cirio afferma: “Abbiamo una regione che, come le altre, sta uscendo dall’emergenza contagio, tutti gli indicatori sono positivi e in linea con un virus che lentamente se ne sta andando”. Il professor Ricciardi si è già espresso sullo stato di gravità dell’emergenza in Piemonte. Oggi Cirio ribadisce l’esigenza di uscire dalla crisi e di farlo in sicurezza: “Dobbiamo avere un occhio al virus che se ne va e uno alla necessità di ripartenza”.

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