Una paziente del reparto psichiatrico dell’ospedale di Reggio Calabria è morta dopo la somministrazione di un farmaco non consentito: arrestati 2 infermieri.
La polizia ha arrestato e posto ai domiciliari 2 infermieri del reparto psichiatrico dell’ospedale metropolitano di Reggio Calabria con l’accusa di omicidio preterintenzionale, falsità in atto pubblico, peculato, truffa aggravata ai danni del Ministero della Sanità e false attestazioni della loro presenza in servizio. Si tratta di Salvatore Tommasello, 51 anni, e di Giuseppe Laganà, 52 anni. I due avrebbero, secondo le indagini, somministrato a una paziente di 41 anni un farmaco non prescritto nella cartella clinica della donna e non comunicato ai medici responsabili, che ha poi portato alla sua morte.
Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile di Reggio Calabria, coordinate dal Procuratore Vicario Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Nicola De Caria, e sono partite subito dopo il decesso della donna, affetta da disturbo bipolare e per tale ragione ricoverata presso l’ospedale, avvenuta il 24 febbraio 2018. Gli arresti dei 2 infermieri sono stati disposti dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura.
Dal diario infermieristico, dalle dichiarazioni di alcuni colleghi del reparto e dalle informazioni fornite dai familiari della vittima, la donna versava in buone condizioni, tranne per qualche raro episodio di insonnia e incontinenza. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la notte del 24 febbraio 2018 la donna avrebbe chiesto più volte l’intervento degli infermieri a causa dei suoi problemi di incontinenza, ma i due, infastiditi dalla sua insistenza, le avrebbero somministrato una dose massiccia di psicofarmaci che ha poi portato alla sua morte. I consulenti medico-legali avrebbero, infatti, accertato che il farmaco somministrato e non prescritto sarebbe stato letale in seguito alla somministrazione la mattina successiva da parte del medico di turno, ignaro dell’azione dei due infermieri, di un altro farmaco. La somministrazione eccessiva di psicofarmaci è stata anche confermata da alcuni messaggi vocali, messi agli atti, inviati dalla vittima a familiari e amici proprio la mattina del suo decesso. Inoltre, in seguito alla perquisizione delle abitazioni dei due arrestati, gli inquirenti avrebbero scoperto che gli operatori sanitari avevano sottratto farmaci, che avrebbero utilizzato nella loro attività infermieristica parallela, svolta presso il domicilio di persone bisognose, senza alcuna autorizzazione da parte dell’Asl e avrebbero esercitato abusivamente la professione medica, fornendo medicinali, tra cui psicofarmaci, non prescritti.