La tragica storia di Jacopo Bacis, un bambino molto amato di 8 anni che è caduto dal balcone mentre giocava ad un videogioco.
Il vuoto se l’è inghiottito: è morto a 8 anni il figlio di Michele Bacis, ex calciatore che vive nel centro di Arezzo. Una tragedia inspiegabile o meglio spiegabile in un solo modo: il bambino era catturato da un videogioco sull’invasione aliena ed è caduto. L’ipotesi è che il piccolo, immerso nella scena del gioco, si sia mosso nella stanza senza accorgersi di essere troppo vicino agli infissi e avrebbe poi perso fatalmente l’equilibrio, cadendo dal terzo piano di Vicolo della Dea, a due passi da Palazzo Cavallo, nel centro storico di Arezzo. Questo è quanto suggerito dall’analisi del tablet in suo possesso. Il funerale del piccolo Jacopo è stato celebrato oggi, martedì 19 maggio, alle 11:00 nella Cattedrale dei Santi Pietro e Donato, nel cuore di Arezzo, in forma strettamente privata. Fuori dal Duomo i suoi compagni di classe, sul sagrato, lo hanno salutato lanciando in cielo tanti palloncini bianchi. A officiare la cerimonia sono stati Don Alvaro Bardelli e don Raffaele, sacerdote della parrocchia di San Domenico di cui il piccolo faceva parte. Le lezioni a distanza nella scuola Convitto sono state sospese per permettere ai ragazzi di piangere la morte del loro amico.
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Secondo quanto appreso dall’Ansa il tablet della morte riproduceva un gioco che simula come, dopo una catastrofe, la Terra rischi di essere invasa dagli alieni e, dunque, stimola i videogiocatori al combattimento per difenderla. Il bambino probabilmente giocava collegato a Internet con altri ragazzi e i comandi venivano impartiti forse muovendo il tablet ma anche spostandosi nella stanza. L’iPad è caduto sul pavimento della cameretta e gli investigatori hanno trovato sullo schermo il videogame ancora in esecuzione. Intanto il pm Roberto Rossi ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati, a modello 45, per chiarire la dinamica ed accertare l’ipotesi del gioco come probabile. Il maestro di karate di Jacopo, Enzo Bertocci, lo ha ricordato così: “Ieri sera, ti ho cercato lassù, fra una stella e l’altra. Ad un certo punto mi è sembrato di vederti: eri un puntino vestito di bianco, una figura leggera, ma piena di energia. Mentre parlavo di te mi è venuto in mente Peter Pan. Credo di non avertelo mai detto, ma ci assomigli molto. Allora ho capito tutto: sei arrivato sull’isola che non c’è, quel luogo meraviglio dove solo i bimbi possono andare e dove noi grandi non possiamo entrare”.
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