Il provvedimento alternativo al carcere, concesso per l’emergenza coronavirus al boss mafia, è stato revocato in seguito all’approvazione del decreto antimafia.
Ai domiciliari per meno di un mese: ora torna in carcere, in regime di 41 bis. Il magistrato di Sorveglianza di Milano ha infatti revocato gli arresti casalinghi nella sua abitazione di Palermo a Francesco Bonura, considerato uno dei personaggi di spicco della struttura mafiosa guidata da Bernardo Provenzano. L’imprenditore, condannato per mafia, ritorna in prigione sulla base del decreto approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 9 maggio. il suo nominativo, insieme a quello di altri mafiosi, faceva parte della lista dei detenuti – condannati e spostati ai domiciliari – da riportare in carcere stilata dal nuovo vicecapo del Dap Roberto Tartaglia. L’iniziativa è partita dal Dipartimento amministrazione penitenziaria dopo il decreto del 10 maggio scorso emesso dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha attribuito al Dap la possibilità di indicare ai magistrati di sorveglianza soluzioni sanitarie idonee per consentire il ritorno in carcere dei boss spostati ai domiciliari per l’emergenza Covid 19 all’interno degli istituti di pena. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri ormai dieci giorni fa imponeva ai giudici di Sorveglianza di rivalutare entro 15 giorni se sussistessero ancora i motivi legati all’emergenza sanitaria. La rivalutazione, però, poteva avvenire anche prima nel caso in cui il Dap avesse trovato strutture idonee per gestire i detenuti – sopratutto quelli malati – all’interno carcere. Esattamente quello che è avvenuto per Francesco Bonura: il Dap ha infatti indicato la possibilità ad inviarlo nei reparti di medicina protetta degli ospedali Sandro Pertini di Roma e Belcolle di Viterbo, per il trattamento della sua situazione sanitaria.
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