Lotta a criminalità e usura, “Cambiamo” a Lamorgese: lo Stato è assente. Così i rappresentanti dell’esecutivo e parlamentari di “Cambiamo”
Uno Stato assente in tema di lotta a criminalità e usura. È quanto sostengono rappresentanti dell’esecutivo di Cambiamo Toti, Nicola Benedetto, Stefano Benigni, Massimo Berutti, Pino Bicchielli, Manuela Gagliardi, Adriano Palozzi, Claudio Pedrazzini, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani, Giorgio Silli, Alessandro Sorte. “Lo Stato non c’è: così rispondiamo alla ministra Lamorgese che oggi sostiene dalle pagine dei giornali esattamente il contrario in tema di lotta alla criminalità organizzata e all’usura”, spiegano. “Quando il cittadino ha bisogno delle seppur lodevoli iniziative del ministero degli Interni, vuol dire che è già caduto nelle maglie delle reti mafiose, e lo ha fatto per disperazione e assenza dello Stato“.
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I membri di Cambiamo paventano una situazione economica per nulla florida, in cui si rischia un collasso permanente. “D’altronde ancora aspettiamo da aprile la pubblicazione del dl rilancio che avrebbe dovuto correggere le lentezze del primo decreto
nell’immettere liquidità nel sistema produttivo e sociale“, affermano. “E solo ieri, nel giorno della ripartenza, è arrivato l’allarme di Confcommercio che, con un crollo dei consumi ad aprile del 47 per cento, paventa un concreto rischio di danni permanenti all’economia“.
Il timore è quello di “consumi che non potranno vedere un riavvio immediato a causa della generale contrazione economica e delle misure restrittive imposte dai protocolli di sicurezza tali da non consentire la riapertura di alcune attività”. Ecco perché, secondo i parlamentari, “urge liquidità immediata per sostenere il sistema, dunque. I ritardi del governo e la farraginosità degli strumenti messi in campo stanno spingendo famiglie e imprese ad affidarsi al prestito usuraio. Con sistemi differenti, a seconda dell’ambito locale, le organizzazioni dedite all’usura stanno aggredendo commercianti, imprenditori e singoli cittadini, in alcuni casi con precise strategie di infiltrazione e acquisizione di quote di mercato”.
Cambiamo con Toti ricorda di aver chiesto di prestare massima attenzione a tale rischio, sin da quando è cominciato il lockdown dovuto alla pandemia da Coronavirus. Il loro timore, dicono, “si sta tramutando in realtà per la colpevole incapacità del governo di fronteggiare gli effetti economici delle misure restrittive imposte per l’emergenza sanitaria“.