Il 18 maggio è inizata la fase 2 e molti locali hanno riaperto. Ma come si possono riconoscere i luoghi a maggior rischio contagio?
Con l’arrivo della fase 2 si lascia tutto alle spalle convinti che il pericolo sia passato. Purtroppo sembra non essere così. Dopo l’emergenza Coronavirus il Governo ha dovuto fronteggiare il danno economico che la pandemia ha provocato, spinto anche dalle Regioni che chiedevano la riapertura. Alcuni Stati hanno dimostrato una diminuzione dei contagi mentre molti altri dimostrano un aumento. Questo dimostra che affrettarsi a tornare alla normalità potrebbe portare a una nuova ondata di contagi.
La maggior parte dei contagi che si sono verificati è avvenuto tra le mura domestiche: se un componente della famiglia è infetto, può contagiare più facilmente gli altri. Quali sono invece i luoghi a rischio contagio? Erroneamente si afferma che andare nei supermercati e nei negozi, oppure il semplice andare in bicicletta, possano essere azioni a rischio contagio. Non è così. Per contrarre il Covid19 è necessario esporsi a una carica virale tale da risultare infetta. Sono sufficienti infatti 1000 particelle virali di Sars-CoV-2 per ammalarsi. Questi dati, seppur ancora in fase di conferma dalla ricerca, possono essere utilizzati per dimostrare la modalità di contagio.
I modi con i quali si rischia il contagio rientrano nella normale routine:
Il 44 percento delle infezioni avvengono attraverso persone prive di sintomi e prima della loro comparsa, il virus potrebbe diffondersi fino a 5 giorni. La quantità di emissione del virus può variare da individuo a individuo senza tener conto dell’età. Può accadere quindi che prima della comparsa dei sintomi il malato diffonda il maggior numero di virus nell’ambiente.
Dopo che il governo ha dato il via libera per molte attività è necessario prestare attenzione ai luoghi chiusi e a rischio affollamento. Tra le situazioni di maggior contagio ci sono:
Rischiano quindi maggiormente tutte le attività svolte in luoghi al chiuso che non permettono il ricambio di aria naturale. Va ricordato che la luce solare, il calore e l’umidità riducono la sopravvivenza del virus.
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