Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive all’ospedale Sacco, è intervenuto alla trasmissione Agorà per parlare del tema della riapertura delle scuole e ha dichiarato che le classi sono un incubatore perfetto per il virus, più delle palestre.
Il direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, è intervenuto alla trasmissione Agorà, in onda su Rai Tre e condotta da Serena Bortone, e ha parlato del tema della riapertura delle scuole e dei rischi collegati alla mancanza di adeguato distanziamento e alla lunga permanenza di bambini e ragazzi all’interno di uno stesso ambiente. Il professor Galli ha dichiarato al riguardo: “cinque ore di stazionamento in classe da parte di bambini, con un distanziamento virtuale inesistente, rappresentano un incubatore perfetto per il virus. In palestra non ci stai 5 ore e probabilmente è più facile a mantenere il distanziamento“. Massimo Galli, che è anche il presidente della Società Italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ha infine aggiunto: “da sempre per le malattie a trasmissione aeree, le classi a scuola rappresentano un incubatore perfetto per il contagio, come dimostra l’influenza stagionale. Siamo un Paese in cui non ci si vaccina e le classi sono ogni anno gli incubatori dell’influenza, che
viene poi passata agli adulti“.
Il virologo dell’ospedale Sacco ha anche rilasciato un’intervista a Il Messaggero e ha parlato dei rischi collegati alle riaperture definite dal decreto sulla Fase 2. “Ci deve preoccupare il fatto che molte persone si siano chiuse in casa, l′8 marzo, con l’infezione. E l’hanno trasmessa in famiglia. Sappiamo che i positivi sono dieci volte tanto quelli trovati. Ora tutti usciranno di casa, senza avere una diagnosi definita e precisa. E questo potrebbe far aumentare il numero dei contagiati. Se ogni giorno vediamo molti casi in Lombardia è perché finalmente molte persone stanno ottenendo un tampone, non sono nuove infezioni, ma la coda di quello che non si è visto“, ha dichiarato Galli. Poi ha aggiunto: “il tentativo va fatto, la gente non ne può più di stare in casa, molte attività economiche rischiano di morire, e muore anche chi ci lavora. Se l’apertura avviene è perché non ci sono alternative, ma dobbiamo viverla con il massimo senso di responsabilità nei nostri comportamenti. Il rischio di una seconda ondata dell’epidemia non è una cosa che dico io, ma è un’ipotesi che spaventa l’Organizzazione mondiale della sanità. C’è stata in altri Paesi che hanno aperto, anche se non ha portato situazioni drammatiche. Ora l’abbiamo deciso anche noi, per motivi di assoluta necessità. Siamo di fronte a un esperimento di riapertura che si fonda principalmente su mascherine e distanziamento“. Infine il professor Galli ha concluso: “non faccio previsioni su cosa potrà succedere in questi giorni: dico che negli ultimi giorni abbiamo avuto una pressione sugli ospedali bassissima e abbiamo ricoverato pochissimo. E questo è un segnale importante. Deve però essere chiara una cosa: non sarà facile riaprire con una epidemia ancora in corso“.