I Miserabili, film rivelazione al Festival di Cannes del 2019 ed opera prima di Ladj Ly, è da oggi disponibile in streaming sulla nuova piattaforma Mio Cinema, nata per sostenere gli esercenti cinematografici italiani.
Il fulminante esordio di Ladj Ly con I Miserabili aveva conquistato il Festival di Cannes del 2019. Il film, basato sull’omonimo cortometraggio diretto dal regista francese due anni prima, ha addirittura ottenuto una nomination con Miglior Film Internazionale agli ultimi Oscar.
L’incipit del film è tra i più classici: c’è un nuovo arrivato nella squadra di polizia a cui viene mostrato il quartiere nel quale dovrà lavorare da lì in poi. Stéphane, ancora rispettoso delle regole imparate in accademia, quelle che invece vengono disattese dai suoi colleghi forti di anni di esperienza sul campo, entra a far parte della Brigata Anti-Criminalità di Montfermeil nella banlieu 93. I compagni Chris e Gwada non si fanno problema ad abusare del proprio potere, a fraternizzare con i criminali per tenerseli buoni, a molestare verbalmente ragazzine per incutere loro timore. “Io sono la legge”, grida Chris in un eccesso di didascalismo che non giova al film ma che mette bene in evidenza l’atteggiamento di chi si crede sempre nel giusto perché “indossa una divisa” (metaforicamente, perché nessuno dei tre effettivamente ne indossa una: “Lascia la fascetta della polizia, qui tutti sanno che siamo sbirri”). Ogni scena del film di Ladj Ly è un conflitto, fisico o verbale che sia. Ogni scambio di sguardi potrebbe trasformarsi in una guerra. Così I Miserabili immerge i propri protagonisti in un lago di benzina che aspetta solo la miccia di qualche mozzicone di sigaretta gettato via.
I Miserabili. Non è solo il quartiere in cui svolge la vicenda (lo stesso del celebre romanzo di Victor Hugo) a giustificare la citazione letteraria. Una didascalia sul finale ci chiarirà il senso ultimo del film di Ladj Ly (“non esistono cattive piante, ma solo cattivi coltivatori”) dopo una brusca dissolvenza che con pavidità chiuderà invece un film che fino a quel momento è stato estremamente coraggioso. Una molotov rimane nelle mani di un ragazzo. La lancerà? Non la lancerà? Ladj Ly, al suo esordio con il lungometraggio, non ha la stessa chiarezza di intenti di Spike Lee in Fa la cosa giusta, dove la molotov veniva effettivamente lanciata (e proprio la scena che mostrava quel gesto estremo diveniva il motivo di un acceso dibattito attorno al limite oltre il quale ci si può spingere nel reagire alle ingiustizie senza passare dalla parte del torto).
Se il film poteva chiudersi perfettamente dopo il tramonto, con una pacificazione solo momentanea e probabilmente destinata a riaccendersi con il sorgere del sole il giorno dopo, Ladj Ly decide di farci vedere “la mattina seguente”, di mostrarci le conseguenze delle azioni dei tre poliziotti. Ma diventa improvvisamente reticente. Il film è un ordigno inesploso, un lunghissimo innesco che si inceppa prima di detonare. La sua è una scelta ideologica, politica. Ma non cinematografica.
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