È arrivata in serata la tanto attesa firma del premier Conte sul dpcm annunciato sabato. C’è dunque il via libera alla riapertura delle attività produttive, con deleghe affidate alle Regioni.
La tanto attesa firma del premier Conte è arrivata nella prima serata di ieri. Il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, ormai meglio noto a tutti con la sigla Dpcm, che consente le riaperture già dalla data odierna, è apparso in Gazzetta Ufficiale. Così le regioni potranno finalmente decidere cosa fare aprire in anticipo rispetto alle date del 25 maggio e del 1° giugno prossimi. Anche se non sono mancati i momenti di tensione nelle ore che hanno preceduto la firma da parte di Giuseppe Conte. Si temeva che questa mancata firma facesse slittare tutto, e anche tra gli stessi governatori c’è stata un po’ di tensione.
Come nel caso del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ha deciso di non aderire a questa riapertura anticipata. Ma nel complesso, dopo l’ok arrivato dal presidente del Consiglio, è stata data una certa responsabilità alle Regioni. Una responsabilità annunciata dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, poche ore dopo che lo stesso Conte aveva incontrato in videoconferenza i capi delle venti regioni italiane. Ma in cosa consiste questo nuovo testo, che di fatto inserisce i territori locali del nostro Paese in un nuovo passaggio della Fase 2? Andiamo a scoprirlo nel dettaglio.
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Con il nuovo decreto firmato nella serata di ieri da Conte, è possibile la riapertura già dalla giornata odierna delle attività produttive. Si potrà tornare a mangiare al ristorante o a consumare la colazione al bar. Si potrà andare dal barbiere o dal parrucchiere per sistemare la propria acconciatura. E si potrà accedere ai negozi con vendita al dettaglio, per acquistare dei capi che prima era possibile richiedere solo online. E poi c’è l’annosa questione delle piscine e delle palestre, ma anche di eventi dello spettacolo, finora fermo già dal 9 marzo. Ma questo, come detto, resta a discrezione delle singole regioni.
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Questo dpcm avrà valenza dalla giornata odierna fino al 15 giugno, con cinema e teatri che saranno le ultime attività a riaprire. Restano ovviamente alcuni limiti che vanno assolutamente rispettati, per ridurre al minimo le probabilità di contagio. Chi fa segnare una temperatura corporea superiore a 37,5° dovrà restare a casa, così come gli anziani e le persone che manifestano altri sintomi, pur non legati al Coronavirus. Strutture ricettive come bar e ristoranti dovranno far mantenere la distanza di almeno un metro tra un cliente e un altro. Ad esempio, allo stesso tavolo potranno sedere congiunti e conviventi, ma tra un tavolo e quello più vicino occorrerà imporre un metro di distanza.
Capitolo mascherina, senza dubbio uno dei più discussi. Il nuovo Dpcm ha dato il via libera a quelle fatte in casa, risparmiando in un certo senso l’imbarazzo per la scarsa scorta di quelle acquistabili in cambio di 50 centesimi + IVA. Dovranno essere indossate obbligatoriamente nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto. All’aperto potrebbe non essere necessario indossarla, fatta eccezione per alcune indicazoni specifiche delle singole regioni. I bambini al di sotto dei sei anni non dovranno indossarla, anche se resta il consiglio di procurarle in ogni caso anche ai più piccoli. Inoltre, non sarà più necessario spostarsi all’interno della propria regione con l’autocertificazione: questa continuerà a valere negli spostamenti tra le diverse regioni.
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Andiamo a vedere quali sono le regole da seguire nelle strutture ricettive. Detto della distanza minima di un metro, ci saranno alcuni protocolli particolare da seguire, che possiamo distinguere in sette punti. Il primo riguarda le modalità di accesso, ricevimento e, quest’ultimo per i titolari e i camerieri, di assistenza agli ospiti. Il secondo riguarda la modalità di utilizzo degli spazi comuni (come ad esempio il bancone del bar) fatte salve le specifiche prescrizioni adottate per le attività di somministrazione di cibi e bevande. Il terzo riguarda le misure igienico-sanitarie per le camere e gli ambienti comuni.
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Ci si occupa anche di dare delle regole ben precise per quanto concerne l’accesso dei fornitori esterni. Il quinto protocollo riguarda le modalità di svolgimento delle attività ludiche e sportive. Nel sesto protocollo si leggono le linee guida in merito allo svolgimento di eventuali servizi navetta a disposizione dei clienti. Infine, il settimo protocollo riguarda le modalità di informazione agli ospiti e agli operatori circa le misure di sicurezza e di prevenzione del rischio da seguire all’interno delle strutture ricettive e negli eventuali spazi all’aperto di pertinenza.
Le palestre e le piscine potranno riaprire a partire da lunedì 25 maggio, con l’unica eccezione della Lombardia che frena. Già da oggi, invece, sono consentite le messe e le funzioni religiose, con i fedeli che dovranno mantenere la distanza e una serie di disposizioni. Dal 15 giugno sarà possibile dare il via a spettacoli teatrali in presenza di pubblico e ai film al cinema. Il tutto solo con posti a sedere pre-assegnati e distanziati e con un numero massimo di spettatori. Sono massimo 1000 persone per gli spettacoli all’aperto e 200 persone per gli spettacoli indoor.
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Si passa poi ai viaggi, che tra un paio di settimane saranno nuovamente consentiti. Partiamo da quelli nazionali, visto che a partire dal prossimo 3 giugno sarà bandito il divieto di spostarsi tra le varie regioni italiane. Questo genere di spostamenti era già consentito dal 4 maggio, giorno d’inizio della Fase 2, ma sempre con le motivazioni di prima necessità, come motivi di salute e lavoro oppure il ritorno nel proprio comune di residenza. Tra due settimane esatte, invece, ci sarà il via libera per gli spostamenti tra le diverse regioni.
Sarà possibile anche spostarsi da e verso alcune nazioni estere. Tra queste ci sono gli Stati membri dell’Unione Europea, quelli che fanno parte dell’accordo di Schengen e tanti altri. Nel novero delle nazioni tra le quali ci sarà nuovamente flusso di viaggiatori spiccano Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Città del Vaticano. Fino al 15 giugno compreso, restano vietati gli spostamenti da e per Stati e territori diversi da quelli indicati. A meno che non si tratti di persone che tornano in Italia in quanto residenti.
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