Maxi sequestro quello portato a termine nelle ultime ore dalle Fiamme Gialle: confiscato il tesoro del pluripregiudicato Pasquale Iovinella, legato all’ambiente camorristico del clan del Casalesi.
Secondo quanto si apprende, nelle scorse ore la Guardia di Finanza ha sequestrato beni dal valore di 400mila euro a Pasquale Iovinella, un pluripregiudicato di Nettuno legato alla Camorra e al clan dei Casalesi. Tra i sequestri figurano una villa con piscina, un locale e due attività commerciali, oltre a diverse polizze assicurative e conti correnti intestati a familiari e prestanome.
Il provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Roma, su richiesta della Procura di Velletri. Grazie alle indagini portate avanti dai finanzieri di Nettuno, che hanno svolto tutti i relativi accertamenti economico-patrimoniali del caso, è stata evidenziata una rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco e le ricchezze accumulate negli anni da parte dello stesso Iovinella.
Il Tribunale di Roma ha quindi ritenuto sussistenti i presupposti previsti dalla normativa antimafia, e ha disposto infine il sequestro dei beni del pluripregiudicato ai fini della confisca. A compiere il blitz sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su disposizione dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, così come è stato richiesto da Francesco Prete, ex Procuratore della Repubblica di Velletri – ora impegnato a dirigere quella di Brescia.
Pasquale Iovinella, pluripregiudicato di 39 anni ritenuto vicino al clan camorristico dei Casalesi, era un nome ben noto alle forze dell’ordine, ed era finito in manette già diverse volte. Nel 2017, a settembre, i militari delle Fiamme Gialle l’avevano arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo era però finito di nuovo in carcere nel 2018, a seguito dell’episodio che ha visto coinvolta un’auto di servizio della Finanza andata a fuoco, mentre era parcheggiata davanti la caserma della Compagnia di Nettuno di piazza Mazzini, in pieno centro.
L’episodio si era verificato intorno alle 4 del mattino del 2 febbraio, proprio ai danni della vettura delle stesse Fiamme Gialle, che da anni stavano indagando sui rapporti sussistenti tra i clan mafiosi e le pubbliche amministrazioni locali. Si era perciò trattato di un atto intimidatorio nei confronti della Finanza, e secondo quanto riportato dalle autorità era stato proprio Pasquale Iovinella il mandante dell’attentato – portato a termine da due italiani di 37 e 35 anni. Quel rogo di origine dolosa gli era perciò costata una condanna di 4 anni e 6 mesi di reclusione.
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