Arcelormittal nel centro del ciclone: l’ombra della cig

Operai in Cig senza preavviso, il caos è totale: i sindacati scrivono una lettera per denunciare il fatto ed ecco cosa succede…

Arcelormittal nel centro del ciclone: l’ombra della cig – meteoweek

Si comincia oggi: senza preavviso, ma pieni di rabbia. Si tratta della nuova fase di cassa integrazione per il personale di ArcelorMittal. Secondo quanto riportato dai sindacati sarebbe arrivata nuova comunicazione dall’azienda che non spiega in alcun modo quanto questo incubo avrà fine. Fine cassa mai. In più, un nuovo preoccupante dettaglio rispetto al 4 maggio, non esiste la possibilità di ritorno al lavoro dei cassintegrati su richiesta dei responsabili del settore di appartenenza. Si parla solo di Cassa Integrazione Covid. I dipendenti sono stremati, i sindacati metalmeccanici sono in protesta. Proclamato uno sciopero unitario negli stabilimenti di Genova e Novi Ligure e in queste ore stanno chiedendo al Governo e in particolare al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, di riprendere con urgenza il dossier ArcelorMittal “stante – evidenziano – la completa inaffidabilità della multinazionale”.

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In una lettera ai dipendenti nessuna indicazione di rientro al lavoro – meteoweek

Secondo i dati aggiornati, solo a Taranto sono più di 3 mila i dipendenti in cassa integrazione su una forza lavoro diretta di 8200. Nel pomeriggio di ieri, ArcelorMittal aveva già comunicato ai sindacati che sarebbero tornati in cassa circa 360 unità dell’area a freddo che erano rientrati al lavoro o erano in procinto di rientrare per un periodo compreso fra le 3 e le 7 settimane. Sono stati poi sospesi dal lavoro altri 1000 addetti, divisi tra i siti di Taranto, Genova e Novi Ligure. La ragione è la mancanza di ordini, “Il fatto che molti lavoratori – collocati da oggi in cig dall’azienda – abbiano appreso solo stamattina, col primo turno, di essere stati sospesi dal lavoro, accorgendosene dal tesserino di ingresso disattivato, viene ritenuto dalla Uilm il ‘segnale di un’azienda in totale confusione'”, sottolinea la Uilm. C’è il caos e al momento la situazione appare senza via di uscita. I sindacati protestano ma sono sempre di più i lavoratori che si trovano senza lo stipendio. “La domanda di acciaio è crollata, la pandemia  stata devastante per la siderurgia. Ma non può essere una scusa per smantellare la ex Ilva“, è il monito della Fim Cisl. “bisogna cambiare rotta evitando che la siderurgia italiana precipiti nel baratro”. A giudizio della Fiom, “la situazione del gruppo ArcelorMittal sta diventando ogni giorno più insostenibile” e “gli stabilimenti sono oggettivamente allo sbando”. Non sembrano esserci grandi speranze per il futuro.

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