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Cronaca

Fase 2, Governo: ci si potrà spostare tra regioni dal 3 giugno

Fase 2, Governo: ci si potrà spostare tra regioni dal 3 giugno. Ma ci sono regioni del Nord che pressano per anticipare la riapertura

Giuseppe Conte (GettyImages)

Dopo un lungo incontro in videoconferenza tra governo e regioni, cui hanno preso parte, tra gli altri, il premier Giuseppe Conte e i ministri Boccia e Speranza, sono emerse alcune criticità in merito alle date di riapertura. A tenere banco soprattutto la riapertura dei confini regionali, che sarà fissata al 3 giugno, mentre le attività commerciali ripartiranno da lunedì 18 maggio. E a proposito di riapertura dei confini regionali, le Regioni avrebbero facoltà di scegliere le misure di restrizione a seconda dei dati della curva epidemica. Ed è qui che nasce uno scontro tra governatori del sud, come Vincenzo De Luca (Campania), che non hanno nessuna intenzione di riaprire i confini in anticipo. Dall’altra parte ci sono invece i governatori del Nord che premono per riaprire quanto prima, come Zaia (Veneto), Bonaccini (Emilia Romagna), Fedriga (Friuli Venezia Giulia), che vorrebbero che la data fosse fissata al 18 maggio.

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Dal 18 maggio, intanto, cadranno tutti i limiti per gli spostamenti all’interno della Regione. Naturalmente i limiti restano per coloro che sono in quarantena, cui gli spostamenti sono assolutamente vietati. Non servirà più, dunque, l’autocertificazione. Un altro tema di forti discussioni è quello dei protocolli Inail. Il premier ha ammorbidito un po’ la linea, affermando che non è necessario rispettare i protocolli di sicurezza Inail alla lettera ma comunque vanno rispettati i principi chiave. Per i governatori, i protocolli sono troppo rigidi, basti pensare al criterio per cui la distanza tra tavoli per i clienti di ristoranti e bar è fissata sui 4 metri.
Nel frattempo l’Inail fa sapere, per ciò che concerne la responsabilità dei titolari degli esercizi in caso di contagio, che essa è fondata solo nei casi di dolo o colpa.

La bozza del decreto contiene una misura che sanziona da 400 a 3mila euro coloro che non rispettano le norme. Per le aziende si prevede anche la chiusura dell’attività dai 5 giorni sino a un mese.

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