La musica piange Ezio Bosso: il compositore e pianista è morto oggi, 15 maggio. Affetto da una malattia neurodegenerativa, non è riuscito a realizzare i suoi ultimi desideri: avrebbe voluto prendere il sole e riabbracciare gli amici dopo il lockdown.
“La prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero”, aveva raccontato Ezio Bosso nell’ultima intervista concessa al Corriere della Sera poco meno di un mese fa. 48 anni, da nove soffriva di una malattia neurodegenerativa che, tuttavia, non gli aveva impedito di stare lontano dalla musica, la sua grande passione.
Nel 2011 Bosso aveva anche sconfitto un tumore al cervello ma, negli ultimi periodi, la sua condizione di salute pare sia peggiorata. Nel 2019 la gravità della malattia lo aveva costretto a stare lontano dal lavoro poiché era stato compromesso l’uso delle mani e, proprio a causa delle sue precarie condizioni di salute, il pianista e compositore aveva preferito rimanere in casa durante l’emergenza coronavirus.
Ezio Bosso raccontava la quarantena: “Sono allenato a soste peggiori”
“[…]È un tempo senza scansione. A me manca il tempo della musica fatta. Ma si può approfittare di questa sospensione per provare a migliorarci pensando agli errori commessi. Cosa che non vedo molto in giro – aveva detto lui nella sua ultima intervista – . Diventare migliori è una scelta non una conseguenza, richiede un impegno forte con se stessi. Star chiusi in casa non basta. Questa retorica vuota che ci circonda è insopportabile. Così come tanta cattiveria sparsa nel web, l’ottuso complottismo di chi vuole un colpevole a ogni costo”.
Ai domiciliari dallo scorso 24 febbraio, Bosso era rinchiuso in casa da molto tempo, ma non per la paura del virus. “Se non metto il naso fuori non è per paura ma per sconforto. Bologna deserta, quattro pietre, due persone dall’aria triste… Che esco a fare? C’è più vita a casa mia”, aveva detto confessando di non soffrire particolarmente l’isolamento forzato.
“La malattia mi ha allenato a soste forzate ben peggiori. Stavolta però non è il mio corpo a trattenermi ma qualcosa di esterno, collettivo, misterioso. Sono giorni strani, il tempo e lo spazio si sono fatti elastici, a volte le ore sono eterne, a volte volano. A volte ti senti in prigione, a volte scopri la Dodicesima stanza, quella che ti libera”, aveva raccontato rivelando che “la disciplina della musica” lo stava aiutando a far fronte a questa particolare situazione.
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L’ultimo desiderio irrealizzato di Ezio Bosso
Ezio Bosso, però, aveva dei desideri da realizzare non appena avrebbero “aperto le gabbie”. Chiuso in una casa grande e bella, ma con un solo difetto “non ci entra mai il sole”, l’artista voleva rivedere gli amici. “(La mia voglia matta?, ndr) Abbracciare gli amici. Di natura sono timido, riservato, e con il corpo ho un approccio particolare. Non abbraccio chiunque, solo chi amo – aveva rivelato – . Sempre avvolgendo l’altro totalmente. Questa astinenza forzata mi pesa. Sarà interessante ritrovare un rapporto fisico. Magari ci sarà un po’ di imbarazzo, magari un po’ di paura. Ci metteremo a ridere o ci spunteranno le lacrime. Non so come sarà. Ma qualsiasi cosa sia sorrideremo. Felici di essere vivi”.