Il Decreto Rilancio prevede investimenti per 1 miliardo e 256 milioni di euro. Dall’assistenza e monitoraggio domiciliare alle reti territoriali, dagli incentivi per il SSN alla formazione: tante novità.
Il Decreto Rilancio è stato annunciato ormai due giorni fa, e nelle prossime ore farà la sua comparsa in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un passaggio fondamentale nel processo di ripartenza del nostro Paese, dopo le difficili settimane in piena emergenza Covid. E proprio uno dei settori maggiormente coinvolti da questa emergenza è al centro del nuovo Decreto Rilancio. Stiamo parlando della sanità territoriale, che verrà investita da un forte potenziamento grazie all’investimento da un miliardo e 256 milioni di euro. Verrà dunque ridisegnato il Servizio Sanitario Nazionale dopo la prima fase dell’emergenza.
Sono tanti gli aspetti della sanità pubblica territoriale a essere coinvolti dallo stanziamento di fondi da parte del Governo. In particolare, il ministero della Salute ha voluto spiegare per sommi capi come verranno impiegati questi fondi. Nel Decreto Rilancio c’è spazio per il finanziamento dell’assistenza domiciliare e per il suo monitoraggio. Verranno potenziate le Unità speciali di continuità e le strutture territoriali di isolamento. Ci sarà anche un occhio di riguardo per gli infermieri di famiglia e per gli assistenti sociali. Ma è bene entrare nel dettaglio.
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Come detto, ci sarà una crescita nelle azioni terapeutiche e nell’assistenza domiciliare. Gli ultra 65enni che verranno assistiti saranno quasi un milione, per l’esattezza 923.500 unità. Un tasso pari al 6,7% che supera la media Ocse ferma al 6%. Questi servizi riguarderanno anche una popolazione di età inferiore ai 65 anni pari allo 0,3% del contaggio complessivo. Si tratta di 139.728 persone che riceveranno assistenza domiciliare. Per questo genere di implementazioni verrà impiegata la fetta più grande dello stanziamento economico, ovvero quasi 800 milioni di euro.
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Tutte le regioni e le province subiranno un potenziamento dell’attività di sorveglianza attiva. Ci sarà un aumento dei controlli nelle tanto discusse Rsa con la collaborazione di medici specialisti. Aumenterà anche la funzionalità dell’Usca, con il reclutamento al proprio interno di medici specialisti ambulatoriali convenzionati. In questo caso lo stanziamento ammonta a 61 milioni di euro. Sono oltre 332 i milioni stanziati per rafforzare i servizi infermieristici, per potenziare l’assistenza ai pazienti in isolamento domiciliare. Viene introdotta la figura dell’infermiere di quartiere: ce ne saranno 8 ogni 50mila abitanti.
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E a proposito di sorveglianza sanitaria domiciliare, verrà diffusa un’app per smartphone che servirà a coordinare i servizi di assistenza necessari ai pazienti. Questi ultimi riceveranno anche saturimetri per misurare i livelli di ossigenazione. Migliorerà anche il monitoraggio per garantire una tempestiva ospedalizzazione ai pazienti domiciliati che affrontano un peggioramento clinico. Il tutto per una spesa di oltre 72 milioni di euro. 14 milioni verranno stanziati per integrare il novero degli assistenti sociali. Questi dovranno ovviamente essere iscritto all’albo professionale.
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Non potevano mancare stanziamenti di denaro in favore degli ospedali, messi in ginocchio dall’emergenza Covid. Sarà infatti necessari disporre di edifici alternativi al domicilio privato, che vengano usati in forma temporanea. Nel Rilancio Salute si legge che la priorità è garantire un’assistenza pronta e adeguata ai pazienti più gravi che necessitano cure intensive. Per questo verrà incrementata e resa stabile la realizzazione di nuovi Covid-Hospital, strutture ad alto valore aggiunto in termini di innovazione, tecnologia e competenze. Naturalmente ci sarà un distaccamento rispetto ad altri reparti.
Verranno consolidati 3.500 nuovi posti in terapia intensiva, per un totale di 8.679 sul territorio nazionale. A questi si aggiunge la predisposizione di 2.112 posti di terapia semi-intensiva e 300 posti di terapia intensiva su quattro strutture movimentabili. Il totale sale dunque a quota 11.091 posti letto rispetto ai 5.179 presenti in Italia prima che scoppiasse l’emergenza. I posti letto in terapia semi-intensiva saranno invece 4.225 e avranno anche la possibilità di essere trasformati, se inutilizzati, in postazioni di rianimazione.
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Ci sarà una ristrutturazione e riorganizzazione dei pronto soccorso e dei Dea. Le strutture verranno separate e ci sarà l’acquisto di nuove attrezzature, oltre che delle cosiddette Covid-Ambulance. Si tratta di mezzi di soccorso h24 ad alto biocontenimento che serviranno per dimissioni protette o trasporti interospedalieri. E poi si parla di nuove assunzioni, con uno stanziamento di 241 milioni di euro. Si lavorerà per la formazione di 4.200 specializzandi in area medica attraverso altrettante borse di studio. E poi è previsto l’incremento delle risorse per gli straordinari del personale ospedaliero, per uno stanziamento di 190 milioni di euro.
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