In Thailandia un neonato è stato abbandonato sulla sponda di un lago ed è stato sbranato da un varano; i resti sono stati trovati da un bambino di 10 anni.
Una storia drammatica arriva dalla Thailandia: Nong Ake, 10 anni, era andato a giocare con i suoi amici in riva a un laghetto di Nakhon Si Thammarat, nel sud del Paese quando la sua attenzione è stata attirata da un borsone nero abbandonato e da uno strano fetore. L’odore forte, acre, la sensazione di incertezza e paura quando un passo dopo l’altro si avvicina per scoprire il contenuto del bagaglio. La mano piccola che scarta l’involucro e all’interno trova il cadavere di un bambino con gli organi interni strappati via. No, non è un macabro film dell’orrore ma una storia vera che ha dell’incredibile e che è al tempo stesso la drammatica testimonianza della povertà in cui è incastrato il Paese. Un neonato abbandonato è stato trovato lunedì da alcuni ragazzini che, in preda al terrore, sono andati alla polizia a raccontare ciò che avevano visto. Immediatamente gli agenti si sono recati sul posto e dopo i primi accertamenti sono riusciti a capire che il piccolo doveva essere morto da due giorni. Ad attaccarlo potrebbe essere stato un varano, un rettile di medie dimensioni che vive nel lago e che normalmente si ciba di pesci e scarti alimentari abbandonati vicino ai bidoni della spazzatura.
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Un esame post mortem servirà ad accertare se il piccolo è stato abbandonato quando ormai era già morto o se sia stato scaricato in riva al lago e successivamente attaccato dai varani. Il colonnello della polizia Jittakorn Konglhue ha dichiarato che il corpo del bambino sarà sottoposto nelle prossime ore a un’autopsia e a un test del Dna: «Crediamo che la madre lo abbia lasciato lì e che successivamente il piccolo sia stato attaccato dalle grosse lucertole. Controlleremo tutti i video delle telecamere di sicurezza per cercare di identificare la madre e arrestarla immediatamente». L’abbandono di neonati in Thailandia è un problema con numeri importati, condizionati dalla crisi economica. A testimonianza del grave stato di povertà in cui versa il Paese c’è la testimonianza di una corsa alla vendita di oggettistica proprio in questi giorni. I banchi dei pegni sono stati letteralmente presi d’assalto. Con il prezzo dell’oro mai così alto da sette anni a questa parte – giovedì mattina ha chiuso in rialzo ad Hong Kong toccando i 2054 dollari – molti thailandesi stanno affollando i negozi per scambiare i pochi averi rimasti con i contanti nel tentativo di parare il colpo della recessione economica provocata, a livello globale, dalla diffusione del Covid-19 e dalle misure di restrizione e chiusura messe in campo per arginarla. Le cause dell’abbandono del piccolo non sono ancora note ma è facile ipotizzare che la povertà abbiamo avuto un ruolo in questa triste vicenda.