Silvia Romano: “Il peggio è passato, godiamoci il momento”

(Foto di Fabio Frustaci, da Getty Images)
Silvia Romano in un post su Facebook esorta alla pace, rivolgendosi anche ai suoi difensori: “Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato”.

Torna a parlare su Facebook Silvia Romano, la cooperante che dopo 18 mesi di prigionia in Kenya è stata liberata e rimpatriata, evento che ha suscitato numerose polemiche. Subito si è scatenata un marasma mediatico, tra chi l’ha attaccata per la sua conversione all’islam, chi ha accusato il Governo di aver pagato il riscatto a dei jihadisti, e chi l’ha difesa. Un’attenzione che si è spostata dal Parlamento ai social, passando per i giornali, fino ad arrivare addirittura a sotto casa di Silvia Romano quando nella giornata di ieri alcuni cocci di bottiglie rotte sono stati scagliati contro le finestre degli appartamenti del primo piano dello stabile. Oggi Silvia Romano torna a parlare tramite Facebook dopo le sue prime esternazioni al momento dell’arrivo, e proprio da lei proviene l’invito alla razionalità e alla concordia: “Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato, godiamoci questo momento insieme”.
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Poi la gratitudine: “Sono felice perché ho ritrovato i miei cari ancora in piedi, grazie a Dio, nonostante il loro grande dolore. Perché ho ritrovato voi, tutti voi, pronti ad abbracciarmi. Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai”. Ripercorre anche i momenti precedenti all’arrivo, l’ansia di incontrare i suoi cari: “Non vedevo l’ora di scendere da quell’aereo, perché per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire il loro calore e dirgli quanto le amassi, nonostante il mio vestito”. E ancora, la giovane ha ringraziato “tutti gli amici e le amiche che mi sono stati vicini con il cuore in questo lungo tempo”. E non solo: ha ringraziato anche conoscenti, sconosciuti, chiunque le abbia dedicato anche solo un pensiero durante il periodo di prigionia. “Grazie a tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia, sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo”. Insomma, al netto di tutta la vicenda, sembra esser Silvia Romano, la ragazza al centro delle sofferenze, a dover placare i toni.

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Ma si cerca di allentare la tensione anche in politica, e fare cordone attorno alla cooperante. Dopo le esternazioni di Pagano in Parlamento, che ieri ha accusato Silvia Romano di essere una neo-terrorista, il deputato del Pd Emanuele Fiano ha affermato: “Trovo che sia bestiale dire impunemente una cosa così grave in un’aula del Parlamento. Nessuno di noi è capace di poter immaginare fino in fondo quello che ha vissuto Silvia Romano. Portiamole rispetto, per adesso sappiamo solo che è stata prigioniera di gente terribile e che è stata liberata. Vorrei ricordare che la ragazza è stata interrogata dai servizi segreti, dai Ros e della Procura di Milano e per adesso non è emerso nulla che faccia supporre che la ragazza abbia aderito a movimenti jihadisti. Per questo le parole di Pagano sono calunniose”.
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Poi Fiano ha sottolineato il suo stupore sulla reazione moderata di Salvini: “Mi ha colpito che Salvini ieri, proprio dopo le parole di Pagano, abbia esordito con un’affermazione molto corretta: lasciamo perdere Silvia Romano, noi combattiamo il terrorismo jihadista. Sottoscrivo queste parole. Io non so se sia stato pagato un riscatto, vorrei solo ricordare che i precedenti governi hanno utilizzato i nostri servizi all’estero per salvare vite umane. Secondo me le vite dei nostri connazionali rapiti devono essere salvate. Se anche fosse stato pagato un riscatto, bisogna
interrogarsi se una vita vale un riscatto”.