Il gip convalida l’arresto del 41enne Gianluca Lupi: «Impulso irrefrenabile che potrebbe spingerlo ad uccidere ancora nonostante l’accaduto».
Convalidato il fermo per Gianluca Lupi: il protagonista dell’efferato delitto di Milzano non uscirà dal carcere perché, secondo il Gip, potrebbe colpire ancora. A causa di «un impulso irrefrenabile», ha scritto nell’ordinanza, configurando quindi l’omicidio come un «delitto d’impeto». L’uomo si è consegnato raccontando ciò che è accaduto con grande lucidità: il delitto sia maturato dopo «mesi di tensioni, in una situazione pesante, precipitata l’altra sera all’apice di una lite». Quando «ho perso il controllo, ma non mi so spiegare come ho potuto fare un gesto simile». Poi ha chiesto dei figli, affidati alla sorella: «Sono la sua più grande preoccupazione». La maggiore, Caroline, 15 anni, ha visto tutto. E per prima ha chiamato i soccorsi: «Aiuto, papà ha ucciso mamma». Una storia che ha l’odore del terrore e le sembianze di una follia omicida inspiegabile. L’uomo al culmine di una lite avrebbe afferrato un coltello e aggredito la moglie Zsuzsanna «Susy» Mailat, 39 anni. Il movente è chiaro: «voleva lasciarmi e andarsene di casa». La vittima gli avrebbe detto:«Domani mattina andiamo dall’avvocato, io da qui me ne vado». La separazione era arrivata dopo 16 anni di convivenza e tre figli: Caroline era a pochi metri, mentre la sorellina e il fratellino stavano facendo il bagnetto di sopra. A innescare la follia sarebbe stata proprio la risposta brusca di Susy, di fronte alle richieste di ripensamento del compagno: «Ma perché ti sei messa con quello? Davvero vuoi rovinare la nostra famiglia così?» Il primo a intervenire il sindaco della città che mentre passeggiava in zona aveva udito delle urla provenire dalla casa.
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Un femminicidio annunciato secondo i familiari della donna che alla stampa hanno dichiarato come lui l’avesse già minacciata di morte in diverse occasioni, seppure non l’avesse mai picchiata. Susy non si era mai rivolta alle forze dell’ordine, come confermano i Carabinieri di Verolanuova che indagano sull’omicidio. I militari non sono mai intervenuti nella bella villetta di via Usignolo e mai nessuna denuncia è stata sporta. La famiglia sostiene che la donna aveva paura di denunciarlo per violenza alla Polizia, non voleva che i conflitti degenerassero ulteriormente, cercava di proteggere i suoi bimbi. Esistono, eppure, ancora molti punti non chiari all’interno della vicenda che le forze dell’ordine dovranno indagare. Nell’ultima telefonata alla famiglia sembra che la donna avesse confessato che “Lui aveva firmato i documenti per la separazione e che si era detto disponibile a pagare l’affitto, se avesse deciso di andarsene con i bambini. Ma in realtà erano tutte bugie.” Secondo la famiglia lui voleva rassicurarla, farle credere che presto sarebbe stata lontana e felice insieme ai suoi figli e invece aveva già intenzione di ucciderla. Oggi rimane solo sgomento per una storia ancora tutta da raccontare.