La Germania annuncia la riapertura delle frontiere dal 15 giugno. Italia e Spagna, i paesi più colpiti da coronavirus, restano però vietati. Anche il paese iberico rischia di restare fuori dai giochi delle alleanze strategiche europee
Riapertura delle frontiere graduale per la Germania che, dal 15 giugno, riprenderà le ‘comunicazioni’ dirette con gli altri paesi. Nulla da fare, però, per l’Italia e la Spagna, più colpite dal coronavirus e tagliate fuori almeno per il momento, con possibile ripercussione sul fronte turismo.
Nei giochi di potere e delle alleanze rischia di essere un’estate in quarantena proprio per l’Italia e la Spagna. La Germania e l’Austria hanno deciso di riaprire quasi tutte le frontiere dal 15 giugno, mettendosi d’accordo con la Francia e la Svizzera. Per due destinazioni turistiche europee cruciali come l’Italia e la Spagna continueranno a valere le restrizioni e gli avvisi di viaggio rimasti in vigore finora.
La cancelliera Angela Merkel – pur affrettandosi a minimizzare i rischi – ha puntualizzato in Parlamento che “l’obiettivo è abolire del tutto i controlli nell’area Schengen a partire da metà giugno”. Trincerandosi di fatto dietro una certezza: tutto dipenderà dall’evolversi dell’epidemia. Ma per Roma e Madrid, stando alle decisioni comunicate ieri dal suo responsabile per l’Interno, Horst Seehofer, le restrizioni di viaggio continueranno a valere anche dopo.
La fretta di rimettere in moto un settore, quello del turismo, che vale il 10% del Pil europeo, ha finito per isolare due partner che stanno subendo anche le conseguenze più gravi dell’epidemia, dal punto di vista sanitario e da quello economico. In Italia, visitata ogni anno da 96 milioni di persone, il turismo vale il 13% del Pil e impiega il 15% della forza lavoro, secondo il World tour and tourism council (Wttc). Dall’inizio del lockdown da pandemia, il Wttc stima che il nostro Paese abbia perso 30 milioni di visitatori; a fine anno il buco del settore potrebbe ampiamente superare i 100 miliardi di euro. È chiaro che l’annullamento della stagione estiva sarebbe una catastrofe.
Peraltro, gli altri Paesi tipicamente assaltati d’estate dagli europei assetati di mare e che hanno subito una diffusione molto meno grave del coronavirus, ossia Grecia, Portogallo, Malta e Cipro, stanno cercando di ottenere a Bruxelles il via libera per far rientrare il più presto possibile i turisti.
Strategie e scenari in evoluzione anche secondo il ministro dell’Interno Seehofer. Ieri ha spiegato che la premessa per poter riaprire i confini verso l’Austria e la Francia è stata proprio l’impegno di Sebastian Kurz ed Emmanuel Macron a tenere chiuse quelle verso l’Italia e la Spagna. “Francia, Austria e Svizzera ritengono che sia ancora troppo presto per aprire le frontiere con Italia e Spagna, perché sono paesi molto colpiti dal coronavirus”, ha rivelato il ministro cristianosociale. Le ha fatto eco la responsabile per il Turismo austriaca, Elisabeth Koestinger: per riaprire il confine verso l’Italia, Vienna si prenderà “ancora un po’ di tempo”. I giochi sembrerebbero fatti per le prossime settimane.
Nel frattempo la Germania ha tracciato una tabella di marcia in due fasi, discussa nei giorni scorsi tra la cancelliera, Angela Merkel e il presidente francese Macron e approvata ieri dal governo. Berlino comincerà già ad allentare la morsa ai confini da domani: con la Francia, la Svizzera e l’Austria “ci saranno solo controlli a campione e non più sistematici, come finora”, ha detto Seehofer.
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Dal 15 giugno i controlli saranno sospesi completamente. Con il Lussemburgo e la Danimarca avverrà già da domani; con i Paesi Bassi, la Polonia, la Repubblica Ceca e il Belgio non cambia nulla: la Germania ha sempre lasciato i confini aperti, verso il Benelux e a est. In questo, non sempre corrisposta: Repubblica ceca e Polonia continuano a mantenere i confini sbarrati. E ieri Seehofer ha fatto appello allo «spirito europeo» per indurli a cambiare idea.
Allentamento in due step anche per l’Austria, che dopo un colloquio telefonico tra Merkel e Kurz ha fatto sapere che i confini con la Germania sono già stati riaperti ieri mattina per pendolari, residenti e agricoltori. Un rapporto sinergico che sembra muoversi in modo analogo. Gradualmente saranno anche sospesi i controlli verso la Svizzera, il Liechtenstein, infine quelli verso i confini orientali: Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
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