Le lacrime del ministro Bellanova, commossa dopo l’annuncio della regolarizzazione dei migranti, fa infuriare il centrodestra. Le reazioni di maggioranza ed opposizione.
Una immagine forte, che però ad alcuni è apparsa stonata, fuori luogo: la ministra Bellanova in lacrime dopo l’approvazione della regolarizzazione dei migranti. Un momento anche importante dal punto di vista politico, perchè il via libera al decreto Rilancio è stata possibile proprio grazie all’approvazione della regolarizzazione. Lacrime di soddisfazione per una conquista di civiltà, quelle della ministra all’Agricoltura, che però non sono piaciute alle opposizioni: troppo simili, secondo il centrodestra, a quelle della ex ministra Elsa Fornero, anche lei piangente durante l’annuncio della riforma delle pensioni, accanto all’allora premier Mario Monti. Una riforma, quella della Fornero, andata non benissimo: produsse infatti decine di migliaia di esodati, condannati per anni al limbo di “pensionati senza pensione”. “Le lacrime del ministro Bellanova (Fornero 2) per i poveri immigrati, con tanti saluti ai milioni di italiani disoccupati, non commuovono nessuno” ha immediatamente dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini. Per lui e per la Lega, dopo “due mesi di promesse la pazienza è finita”. Nonostante il governo non abbia accolto nessuna delle indicazioni offerte dal partito, la Lega resta disposta ad una collaborazione “per il bene del Paese”, nonostante “anche per questo decreto da centinaia di pagine non siamo stati mai ascoltati o coinvolti”.
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Simile reazione, ovviamente, anche dalla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, secondo cui la Bellanova avrebbe fatto bene a commuoversi per le “centinaia, forse migliaia di italiani” che “in queste settimane hanno pianto, magari di notte, di nascosto dai loro figli, schiacciati dalla disperazione per aver perso tutto, o per timore di perdere tutto. Aspettando un aiuto che non e’ arrivato mai. Stasera il ministro Bellanova si è commossa. Ma per la regolarizzazione degli immigrati. Io sinceramente sono basita”. Giorgia Meloni è entrata anche nel merito dei provvedimenti: rivolgendosi direttamente a Giuseppe Conte, gli ha domandato di non “raccontarci quante risorse spendera’, ma quando arriveranno a famiglie e imprese”, visto che “il Parlamento ha autorizzato il Governo a spendere in deficit 80 miliardi per fronteggiare l’emergenza”. A sostenere invece Teresa Bellanova è invece il leader di Italia Viva (il partito della ministra, ndr), Matteo Renzi, che si è dichiarato “fiero e orgoglioso delle battaglie” portate avanti dalla ministra. Critica anche Forza Italia, attraverso il commento del vice presidente Antonio Tajani: “Più che decreto rilancio quello del governo è il ‘decreto ritardo’. E poi quando arriveranno i 55 miliardi agli italiani, visto che ne sono arrivati solo 7 dei 25 di marzo? Manca una visione strategica della ripresa e un vero sostegno ai settori più in crisi”, ha illustrato l’ex presidente del Parlamento Europeo.
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Si registra anche il commento del segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti: per lui le priorità sono due, “soldi in tasca e massima semplificazione. Gli italiani vogliono soluzioni”. Il leader del PD ha anche dichiarato che “è tempo di rimettere in moto l’Italia. Sicurezza e rilancio sono le nostre parole d’ordine. Con il decreto di oggi il Governo ha messo in campo 55 miliardi per imprese, lavoratori e famiglie. Il più grande investimento sull’università, sulla salute, incentivi green, aiuti per non lasciare sole le persone e le imprese. Risorse senza precedenti nella storia della Repubblica”. Chiude il giro delle reazioni a caldo quella del ministro Luigi Di Maio, che ha evidenziato come i 55 miliardi del decreto rappresentino “in pratica una maxi manovra. Con questi soldi daremo supporto a lavoratori, famiglie, imprese e fasce più deboli del Paese. Una cifra sostanziosa e doverosa, ma attenzione: non sarà l’ultimo intervento economico. Siamo già al lavoro per nuovi provvedimenti per rilanciare investimenti ed export. Altro importante passo per la ripartenza. Coraggio!”.
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