Ialca-Fiavet, associazione di categoria delle agenzie dei viaggi di studio ha lanciato l’allarme: non si potrà andare a studiare all’estero nel 2021.
Brutte notizie per i ragazzi che nel 2021 prevedevano di lasciare casa per andare a studiare all’estero. Non potranno perché molte agenzie che lo permettevano sono fallite, schiacciate dal peso della crisi economica. La Ialca-Fiavet, associazione di categoria delle agenzie dei viaggi di studio e di molte agenzie consulenti linguistici, ha fotografato la situazione attuale raccontando: “senza le agenzie specializzate in Education il 2021 sarà un anno difficile per i ragazzi italiani, che si vedranno negata un’occasione di crescita umana e professionale di forte impatto” – si rivolge dunque “al Governo affinché si attivi per supportare il settore e garantirne la sopravvivenza”. “Sarebbero sufficienti due provvedimenti per garantire il futuro delle nostre agenzie e dei loro dipendenti: un sostegno a fondo perduto a copertura dei costi fissi per un anno e la Cassa integrazione garantita fino a tutto dicembre 2020″.
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Negli Stati Uniti uno studio fresco di stampa, redatto dal Well Being Trust e dai ricercatori dell’American Academy of Family Physicians, stima per il prossimo decennio ben 75mila vittime legate alla crisi del coronavirus, classificate come “morti per disperazione”. Comprendono sia i suicidi che i decessi per abusi di sostanze stupefacenti. Solo negli Usa il numero di disoccupati è salito a 33 milioni e nemmeno le cifre più ottimistiche riescono in questo momento a smentire la ricerca, anche se uno degli autori, John Westfall, direttore del Robert Graham Center for Policy Studies in Family Medicine and Primary Care, si augura che tra qualche anno sarà possibile dire di aver sbagliato. La crisi economica avanza e tutti i Paesi sono spaventati più che mai. Secondo l’ultimo rapporto di Euromedia Research, sette italiani su dieci temono che la crisi economia possa far esplodere le rivolte sociali, soprattutto al Nord. Solo 5 su cento dichiarano di avere ancora fiducia nei politici. Le informazioni per quanto spesso contraddittorie e a volte confuse sui fondamentali, hanno instillato il seme della paura e gli italiani hanno rispettato i limiti imposti. Nel Paese gli italiani vedono le imprese fallire e hanno paura per il futuro dei loro figli che verranno privati di moltissimi piaceri, come quello di studiare all’estero. Oggi gli italiani insieme alla paura scoprono la preoccupazione della mancata ripresa: il 56,8% teme l’aggravamento della situazione economica mentre il 40,1% rimane ancora concentrato sul contagio. Coloro che sono attivi nel mondo del lavoro sono in maggioranza concentrati sul fattore economico insieme alle loro famiglie, chi studia o è impegnato in percorsi di formazione teme il contagio come stop alla conclusione del loro percorso. La paura avanza insieme alla crisi economica e oggi più che mai gli effetti potrebbero essere devastanti.