È stato colpito il palazzo di via Casoretto a Milano, in cui vive Silvia Romano. I vicini che abitano al primo piano hanno richiesto l’intervento della polizia.
Continuano gli atti di insofferenza nei confronti di Silvia Romano. Sono ormai passati tre giorni da quando l’attivista milanese è stata riportata in Italia, dopo circa diciotto mesi di prigionia a cavallo tra il Kenya e la Somalia. E fin dal momento successivo alla sue dichiarazioni, non sono mancate le polemiche e gli attacchi, in particolare in merito alla sua conversione all’Islam e alle sue condizioni fisiche e psicologiche. Ma nella giornata odierna, al di là di dichiarazioni che sono venute fuori ad esempio in Parlamento, è venuto fuori un nuovo atto intimidatorio nei confronti di Silvia Romano.
Nel mirino, in particolare, è finito il palazzo di via Casoretto a Milano, dove Silvia vive con la sua famiglia. Alcuni cocci di bottiglie rotte sono stati scagliati contro le finestre degli appartamenti del primo piano dello stabile. Proprio i residenti delle case coinvolte da questo attacco hanno allertato le forze dell’ordine, che si sono recate sul posto. Di fatto, a essere state colpite sono le finestre del piano di sotto, rispetto a quella dalla quale Silvia Romano, ieri pomeriggio, ha salutato chi ha atteso il suo ritorno in città dopo circa un anno e mezzo dalla sua sparizione.
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La testimonianza che è stata rilasciata dalla famiglia che abita proprio al primo piano dello stabile, riguarda il ritrovamento di alcuni cocci di bottiglia rotti. La polizia scientifica, che è arrivata dopo quella municipale che è stata chiamata dai residenti, ha repertato i cocci di vetro di una bottiglia di birra, trovati proprio sul marciapiede sottostante il palazzo di via Casoretto in cui abita Silvia Romano. Nel frattempo, gli agenti di polizia hanno ascoltato anche altri residenti dello stabile, dopo aver messo a verbale la testimonianza di chi abita nell’appartamento che si è visto frantumare i vetri della finestra.
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Non è ancora chiaro il momento in cui è stata lanciata la bottiglia, ma si iniziano a formulare le prime ipotesi. Si parla di un gesto dimostrativo all’indirizzo di Silvia Romano, anche se di fatto la mira è stata sbagliata. Sergio, uno dei residenti dell’appartamento del primo piano, ha parlato così a Corriere.it: “Conosco Silvia da quando eravamo bambini, non si merita tutto questo. Se questo episodio fosse avvenuto una settimana fa probabilmente non gli avremmo dato tanto peso, adesso però c’è una situazione di forte tensione ed è giusto che si intervenga. L’ho incontrata – conclude Sergio – e sta bene, è sorridente come sempre ma si vede che è molto provata“.