Papa Francesco nell’udienza generale ha parlato della preghiera e del rapporto dei cristiani con Dio, che non è definito da un legame feudale.
Papa Francesco ha parlato del cristianesimo e dei punti cardini della religione cattolica durante l’udienza generale di questa mattina, trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico. Durante i saluti Papa Francesco ha ricordato l’anniversario della nascita di San Giovanni Paolo II, il 18 maggio, e e ha parlato della giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, in calendario per domani. Il Papa ha iniziato il suo intervento raccontando della prima caratteristica della preghiera cristiana: “la preghiera del cristiano entra in relazione con il Dio dal volto tenerissimo, che non vuole incutere alcuna paura agli uomini. Se gli uomini erano da sempre abituati ad avvicinarsi a Dio un po’ intimiditi, un po’ spaventati da questo mistero affascinante e tremendo, se si erano abituati a venerarlo con un atteggiamento servile, simile a quello di un suddito che non vuole mancare di rispetto al suo signore, i cristiani si rivolgono invece a Lui osando chiamarlo in modo confidente con il nome di ‘Padre’. Il cristianesimo ha bandito dal legame con Dio ogni rapporto ‘feudale’. Nel patrimonio della nostra fede non sono presenti espressioni quali ‘sudditanza’, ‘schiavitù’ o ‘vassallaggio’; bensì parole come ‘alleanza’, ‘amicizia’, ‘promessa’, ‘comunione’, ‘vicinanza’“.
Papa Francesco ha, infatti, ricordato il discorso di addio di Gesù ai suoi discepoli, in cui racconta del legame con il Padre e dell’estraneità alla sottomissione dei fedeli: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate il frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda”. A commento di questo passo, Papa Francesco ha detto: “questa è una banconota in bianco, Dio è l’amico, l’alleato, lo sposo. Nella preghiera si può stabilire un rapporto di confidenza con Lui, tant’è vero che nel “Padre nostro” Gesù ci ha insegnato a rivolgergli una serie di domande. A Dio possiamo chiedere tutto, tutto, spiegare tutto, raccontare tutto. Non importa se nella relazione con Dio ci sentiamo in difetto: non siamo bravi amici, non siamo figli riconoscenti, non siamo sposi fedeli. Egli continua a volerci bene“.
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