A causa della crisi economica e sociale provocata dal coronavirus, a Milano sono aumentati i senzatetto: molti di questi sono dei ragazzi giovanissimi, che per la prima volta nella loro vita sono finiti in strada, senza lavoro, senza casa, senza soldi.
Il coronavirus continua a mietere le sue vittime, anche tra i senza fissa dimora. Giunge proprio oggi la notizia che il Covid-19 è ormai ufficialmente entrato anche nel centro di accoglienza di San Zenone, a Milano. Un ospite della Casa della Solidarietà Papa Francesco, struttura che accoglie 170 persone tra migranti e senzatetto, non ce l’ha fatta. L’uomo aveva 71 anni, ed era stato contagiato dal quel virus che ora ha costretto in isolamento anche un operatore del centro.
Ma il 71enne non è stato certo l’unico senzatetto ad essere travolto dalla pandemia. Altri come lui hanno perso la vita nelle scorse settimane, mentre altri ancora si sono affacciati per la prima volta alla vita di strada. Secondo un approfondimento fatto emergere da Fanpage.it, infatti, sono tanti, troppi i nuovi senzatetto, spesso giovani, che a causa del coronavirus hanno perso tutto. Non hanno più un lavoro, un letto, una casa, e ora si ritrovano abbandonati a dormire tra i cartoni nel centro di Milano, alle spalle del Duomo.
La crisi provocata dalla pandemia di coronavirus ha calato improvvisamente il sipario su questo 2020. Sul palco ha lasciato soltanto paure e incertezze, almeno per moltissimi italiani che si sono visti cambiare di punto in bianco il proprio stile di vita, la propria routine lavorativa. C’è chi fa ora fatica ad arrivare a fine mese, chi pagherà con difficoltà rate e mutui, chi non potrà permettersi la stessa vita di prima. Ma c’è anche chi, addirittura, ha già perso tutto. I giornalisti di Fanpage.it hanno passato una notte in strada con i nuovi senzatetto di Milano, tanti ragazzi giovanissimi che da settimane non hanno un posto dove andare, e non sanno cosa gli riserverà il futuro.
Nella notte, nei vicoletti tra la piazza e San Babila, i senzatetto cercano riparo nelle loro tende, nei sacchi a pelo posizionati sopra dei cartoni di fortuna, con la certezza di essere strattonati dai vigili che li sveglieranno il giorno dopo, o con il terrore di essere aggrediti o derubati dai malviventi. Sono diversi i ragazzi che raccontano di essere stati derubati, di essere rimasti senza soldi, senza telefono, senza quei pochi effetti che custodivano in tasca.
Sono persone che, per motivi diversi, sono rimaste bloccate nella città, sbattute fuori casa in un momento di massima emergenza, senza la possibilità di lavorare per mantenersi, di poter trovare ospitalità in un dormitorio, o di tornare dai propri parenti, dai propri cari. Perché a causa del coronavirus, “all’improvviso è cambiato tutto“. E tutto si è tramutato in realtà che fa molta paura, ma anche tanto riflettere.
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