Inoltre, Gentiloni non sembra l’unico a proporre un Recovery fund dalla portata di 1.000 miliardi di euro. I soldi sarebbero raccolti a livello Ue sui mercati, poi distribuiti con una “quota significativa” di sovvenzioni a fondo perduto. E’ quanto emerge anche all’interno di un documento, riportato dalla Stampa, firmato da diversi capi di Stato e di Governo europei. Nella lista: Francia, Spagna, Grecia e Portogallo. Oltre all’Italia, ovviamente. Un vero e proprio asse con lo scopo di delineare in maniera più coesa e netta la portata e i tempi di intervento che ci si aspetta dal Recovery fund. Intanto Ursula von der Leyen resta in costante contatto con i leader dei 27 Paesi, in ascolto sia delle istanze dell’asse del Sud, sia delle istanze dell’asse del Nord, che ancora frena su questo tipo di misure. Verso la fine della settimana riunirà i commissari per organizzare, infatti, un “dibattito di orientamento”, al seguito del quale verrà presentata una proposta più definita. Ursula von der Leyen prenderà, quindi, in considerazione anche il documento presentato dall’asse del Sud, che chiede di inserire alcuni elementi nella proposta della Commissione. I Paesi firmatari chiedono uno strumento capace di salvaguardare il mercato unico europeo, ma nel rispetto della parità di condizioni tra Paesi. Passando ai numeri, chiedono uno strumento da 1.000 miliardi di euro, la cui necessità è stata oggi ribadita da Gentiloni. Lo scopo sarebbe portare il totale degli interventi europei a quota 1.500 miliardi. Soldi che si sommano, quindi, al primo pacchetto varato dalla Commissione formato da Mes, Sure e Bei (per un totale di 500 miliardi circa). Ovviamente, come viene specificato nel documento, l’intervento dovrebbe essere “in linea con le esigenze di finanziamento stimate anche dalla Bce”.
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Poi la proposta sul focus del Recovery fund: i sei Governi suggeriscono di indirizzare le ricorse del Recovery fund “verso quei settori e quelle aree geografiche d’Europa più colpite” con “criteri di allocazione specifici”. Per terminare, nel documento firmato dai sei Paesi emerge un altro elemento su cui oggi Gentiloni ha posto l’accento: la rapidità. Probabilmente il fondo sarà legato al bilancio Ue che parte da gennaio 2021. Per questo, si legge nel documento, servirà una soluzione di passaggio per anticipare le risorse “il prima possibile, al più tardi entro settembre 2020”.