Il presidente nazionale di Federfarma Cossolo è intervenuto in una trasmissione televisiva e ha spiegato che sul prezzo calmierato delle mascherine il governo ha agito tardi.
Il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo, è intervenuto alla trasmissione televisiva Agorà, in onda su Rai Tre e condotta da Serena Bortone, e ha parlato della difficile reperibilità delle mascherine chirurgiche nelle farmacie italiane e del prezzo imposto di 50 centesimi di euro, più iva, stabilito dall’ordinanza firmata il 28 aprile dal commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. Il presidente Cossolo ha dichiarato al riguardo, durante la trasmissione: “era giusto imporre il prezzo calmierato alle mascherine, ma era giusto imporlo prima e non a mercato in corso. Perché è chiaro che, a mercato in corso, il meccanismo non funziona“.
Marco Cossolo ha, infatti, spiegato: “nel momento in cui abbiamo chiesto il prezzo calmierato per le mascherine era il 7 di marzo con tanto di lettera inviata al Mise e al ministero della salute e ancora non si generava il meccanismo dell’importazione. Ad esempio, in Francia è stato stabilito a metà di marzo. E’ naturale che se lascio libera la dinamica di mercato, le mascherine schizzano a 2 euro e oltre perché la domanda è troppo alta“.
Il 5 maggio la Federfarma aveva firmato un protocollo d’intesa con il commissario Arcuri, relativo al costo fisso delle mascherine e alle modalità di distribuzione. In tale occasione il presidente Cossolo aveva spiegato: “oggi abbiamo un prezzo tra i più bassi d’Europa e, una volta tolta l’Iva come dovrebbe avvenire da qui a poco, il prezzo sarà pari alla metà di quello che si trova mediamente nel Vecchio continente. Un importante vantaggio per i cittadini. Un accordo complessivo per fare in modo che nessuno ci perda nulla. Ho sempre sostenuto che la sanità non si può lasciare al libero mercato, ma deve essere un mercato governato. Mi pare che si sia andati in questa direzione“. Purtroppo il ritardo con cui è arrivata l’ordinanza, firmata il 28 aprile, ha prodotto enormi disagi per quanto concerne la reperibilità dei dispositivi di protezione individuale nelle farmacie italiane e un costo per gli utilizzatori finali troppo gravoso in un momento in cui la crisi economica sta minando la capacità economica delle famiglie.
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