Coronavirus, scarcerazioni: liberati 3 boss della camorra di Ercolano

La decisione è stata ufficializzata ieri: Cutolo, il capo della Nuova Camorra Organizzata, resterà in carcere ma per molti altri torneanno in libertà.

Coronavirus, scarcerazioni: liberati 3 boss della camorra di Ercolano – meteoweek

Cutolo rimane in carcere, nonostante la richiesta, nonostante il rischio di contrarre il Coronavirus: lo ha deciso, nelle scorse ore, il tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia. Il giudice ha respinto la richiesta di sospensione di esecuzione della pena con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare. Istanza presentata, nelle scorse settimane, dall’avvocato del super boss Gaetano Aufiero. Sfuma così, la speranza del padrino pluriergastolano di poter tornare a casa da sua moglie, a Ottaviano. Una decisione che viene incontro all’esigenza di limitare la possibilità che uscendo il padrino possa riprendere la sua attività criminosa. L’appiglio per i legali del pluripregiudicato era stata la circolare del Dap che chiedeva ai vari penitenziari di stilare una lista dei detenuti maggiormente a rischio a causa del diffondersi della pandemia. E tra i requisiti indicati c’erano sia l’età (oltre i 70 anni) sia l’essere affetti da gravi patologie. Requisiti che il boss, oggi 78enne, possiede (almeno secondo il suo avvocato). Qualche mese fa, prima del lockdown, Cutolo è stato anche ricoverato d’urgenza all’ospedale di Parma in seguito a una crisi respiratoria acuta. Alla fine tuttavia l’istanza è stata respinta: Cutolo rimarrà al 41bis. Lo stesso trattamento, però, non è stato riservato a tutti. A Ercolano è previsto il ritorno a casa di diversi camorristi di rango.

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Molti boss della camorra torneranno a casa – meteoweek

Da Vincenzo Lucio, affiliato dei Birra condannato due volte all’ergastolo per due diversi omicidi e finito ai domiciliari, a Mario Ascione, boss e figlio del padrino Raffaele ‘o luongo. Ascione, assolto per il reato di omicidio, ha addirittura lasciato, qualche settimana fa, il 41-bis dopo circa dieci anni di reclusione. Sul suo capo pende una condanna all’ergastolo non definitiva e un processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ed è tornato libero anche Gennaro Dantese, fratello di Natale, quest’ultimo ritenuto figura apicale del clan Ascione-Papale. Il sindaco Ciro Buonajuto e il presidente dell’associazione antiracket, Pasquale Del Prete hanno chiesto aiuto: «Non sta a noi giudicare il provvedimento attraverso il quale si è proceduto alla scarcerazione – le parole di Buonajuto – ma favorire la ricostituzione delle cosche locali, dopo tanti anni di dolore, lavoro e sacrifici, sarebbe un peccato imperdonabile». Sono scelte pesanti, che spaventano ma purtroppo al momento non vi è soluzione.

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