Non si scioglie ancora il nodo che blocca la manovra sulla regolarizzazione dei migranti: le limitazioni arrivano dal M5s, con aspre critiche dal Pd e dalla senatrice Paola Nugnes. Dal fronte europeo, inoltre, si levano anche le voci dei Verdi, che chiedono di riformare il trattato di Dublino per superare il meccanismo del primo approdo.
Continua a far discutere il blocco che arriva sulla manovra di regolarizzazione dei migranti da parte del Movimento 5 Stelle. Nel vertice di maggioranza tenutosi la scorsa notte sembrava raggiunta l’intesa sui permessi dei lavoratori stranieri impegnati nel nel settore agricolo: un’intesa tratteggiata dai 6 mesi di durata del permesso, da più vincoli e da più controlli.
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Non sono mancate però le resistenze avanzate dal capo politico dei pentastellati, Vito Crimi, tanto che sui requisiti e sui vincoli relativi alla norma sulla regolarizzazione (per la quale concorrono anche colf e badanti) paiono esserci ancora molti dubbi. Un argomento del quale si sta discutendo molto, allora, e sul quale anche la leader di Più Europa, Emma Bonino, si era espressa attivamente a favore del sì. E sempre a favore del sì è chiaramente il Partito Democratico, in linea con il pensiero di Matteo Orfini.
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“Il m5s dice che bisogna essere inflessibili con chi sfrutta gli esseri umani. E con questo argomento blocca da giorni la regolarizzazione dei migranti che spezzerebbe proprio quel meccanismo di sfruttamento. Una posizione per me assurda e irricevibile. E spero non solo per me”, scrive dunque su Twitter il parlamentare Pd.
A favore della manovra di regolarizzazione dei migranti si schiera anche la senatrice (ex M5s e ora al Misto) Paola Nugnes. “Domani mattina il ministro dell’interno Luciana Lamorgese risponderà al Question Time ad una mia interrogazione sulla regolarizzazione degli stranieri. Interrogazione che si lega all’appello firmato da me e da altri 30 tra parlamentari e consiglieri regionali che sostengono questa maggioranza“, esordisce infatti la senatrice.
E sottolinea, poi: “Le misure attualmente previste per la regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale sono del tutto inadeguate e condizionate da una propaganda inaccettabile. Ci aspettiamo da questo Governo e da questa maggioranza un atto di coraggio e di reale discontinuità. Non possiamo pensare che una parte di uno dei suoi partiti metta un veto incomprensibile su una proposta di civiltà“.
Per Nugnes, dunque, si tratta di una proposta di civiltà, e risulta perciò incomprensibile il blocco avanzato dal Movimento 5 Stelle. “Regolarizzare i cittadini stranieri presenti sul nostro territorio è una scelta di buon senso politico, le frontiere dei paesi di origine sono chiuse a causa della Pandemia da Covid e quindi non ci sono i presupposti per nessuna forma di rimpatrio. Tenere persone sul territorio nazionale in condizione di illegalità significa esporle al pericolo di marginalizzazione e di sfruttamento da parte della criminalità organizzata, tutte cose che fanno comodo a chi lucra il consenso sulla paura e sulla xenofobia”, spiega ancora la senatrice.
E conclude, infine: “Pensiamo quindi che vada estesa a tutti i cittadini stranieri presenti sul nostro territorio e non solo a quelli che lavorano nella filiera agricola e della cura delle persone e che debba essere garantita attraverso un permesso di soggiorno valido per tutto il 2020 e comunque fino alla fine dell’emergenza con la possibilità di convertirlo al termine in permesso per ragioni di lavoro”.
Si sentono voci, però, anche dal fronte europeo. Il gruppo dei Verdi, infatti, ha oggi proposto al Parlamento una nuova politica europea dell’asilo, con la quale si intende riformare il regolamento di Dublino e porre fine al principio del paese di primo approdo nella Ue. Tale riforma, spiegano i Verdi, auspica un sistema alternativo di ripartizione solidale tra i paesi membri dell’Unione, un sistema che tenga conto anche dei legami e delle preferenze dei richiedenti asilo.
Una proposta, la loro, che si articola in due tappe: prima si fa affidamento su quei territori disposti ad ospitare volontariamente, con incentivi finanziari, i migranti che richiedono asilo, mentre successivamente, nel caso di un numero insufficiente di luoghi di accoglienza, si farà affidamento su di un meccanismo obbligatorio che prevederà anche sanzionamenti.
“Abbiamo bisogno di un nuovo approccio alla politica di asilo a livello europeo, più umano, responsabile e unito. La riforma del regolamento di Dublino è stata bloccata dai governi per troppo tempo, è tempo di andare avanti! Questo è ciò che proponiamo e incoraggiamo la Commissione a fare”, ha infatti spiegato a Bruxelles Damien Careme, deputato europeo del gruppo dei Verdi.
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